“Pochi calciatori italiani e pure scarsi”, questa è una delle diverse frasi che abbiamo sentito all’indomani della seconda disfatta consecutiva dell’Italia alla qualificazione ai Mondiali, che dopo Russia salterà anche quelli in Qatar, per la prima volta nella storia della nostra nazionale. I primi a salire sul banco degli imputati, oltre calciatori e commissario tecnico, sono stati i troppi stranieri che ormai affollano la nostra Serie A, tanto da limitare le possibilità ai nostri giovani. Almeno così dicono. Senza girare ulteriormente il dito nella piaga, parleremo proprio delle giovani leve.
Sono diversi anni che si sente ripetere, quasi come se fosse un dogma, che “bisogna investire nel settore giovanile”. Un qualcosa che è entrata nella compresione di spagnoli e tedeschi, giusto due Nazioni a caso. In Italia, invece, il discorso è diverso. Esistono i settori giovanili, anche se alcuni sembrano avere forma solo per rispettare i regolamenti che prevedono la formazione juniores, come spesso accade nei campionati dilettantistici. Tra i professionisti sono poche le società a fare un buon lavoro sotto questo aspetto, squadre come Sassuolo e Atalanta possono essere prese come esempio.
E le altre? Non lavorano male, ma danno poco credito ai giovani. Inoltre, negli ultimi anni si è visto l’aumento di stranieri anche nei settori giovanili. Ma sarebbe troppo facile prendersala con uno sparuto gruppo di persone.
In realtà è un problema che parte da molto più lontano. Partendo dalle Scuole Calcio, dove allenatori cercano risultati e gioco, tarpando il divertimento del bambino negli anni migliori in cui si dovrebbe appassionare di più. Salendo di età c’è sempre il “fattore preferenze”, che spesso porta una giovane leva a lasciare e pensare ad altro. Fino ad arrivare allo step più importante, dove non viene concesso spazio in prima squadra perchè “troppo giovane”. Insomma, lo specchio di una società dove se cerchi un lavoro a 20 anni sei troppo giovane, ma lo cerchi a 25/26 non hai 10 anni di esperienza, se lo cerchi a 30 ormai sei vecchio.
Dovrebbe giocare sempre chi ha meritato una chance sul campo, non chi diventa meritevole per una congiunzione astrale alquanto inspiegabile, anzi, forse è spiegabile.