L’aggressione, la rissa, le accuse di insulti razzisti. In questo modo si potrebbe riassumere la partita di Terza Categoria Vulcano Quarto-Lago Patria giocata lo scorso 9 febbraio e terminata, appunto, con una scazzottata e una rissa che ha coinvolto non solo i giocatori, ma anche i tifosi sugli spalti. A testimoniarlo il video postato dal Vulcano Quarto sul proprio profilo Instagram.
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Il referto arbitrale, però, una sintesi di ciò che è accaduta la dà.
Al 20 del secondo tempo regolamentare scoppiava una rissa in campo tra i calciatori e le panchine delle due società tra i quali riconosceva i sig.ri della società Vulcano Quarto: Loreto Gennaro, Esposito Marco e della società Lago Patria il sig. Bello Buono Antonio, a seguito di questa rissa sostenitori chiaramente riconducibili alla società locale Vulcano Quarto facevano irruzione sul terreno di gioco, rompendo una rete di recinzione e aggredendo verbalmente e fisicamente i calciatori del Football Club Lago Patria seguendoli addirittura all’ interno degli spogliatoi a seguito di tale aggressione e con la rottura della recinzione il ddg decretava la sospensione anticipata della gara.
Da qui, le ammende e le squalifiche per le società e i calciatori riconosciuti dal direttore di gara. Qualche domanda, però, resta sull’innesco della rissa. I due club, con un botta e risposta di comunicati cercano di portare acqua al proprio mulino, ma senza riuscire a dare una certa motivazione dei motivi dell’aggressione di Elahdji Babacar Ndiaye. Il calciatore con la maglia numero 7, infatti, nelle sue dichiarazioni ufficiali ha denunciato un comportamento provocatorio nei suoi confronti.
Per 70 minuti, sono stato colpito, spinto e insultato senza che nessuno facesse nulla. Ho provato a restare concentrato, a giocare e a ignorare le provocazioni, ma quello che è successo in campo non era calcio.L’arbitro non ha mai ammonito, mai richiamato, mai fermato quello che stava accadendo, permettendo che la situazione degenerasse. Dopo aver subito per tutta la partita, ho reagito e ho sbagliato, sopratutto perché ci sono bambini e famiglie sugli spalti. Per questo chiedo scusa ai miei compagni, allo staff, alla società e ai nostri tifosi. So di averli messi in difficoltà con il mio gesto, e me ne assumo la responsabilità.
L’Asd Vulcano Quarto, a seguito della manifestazione sportiva tenutasi il giorno 09 febbraio 2025 contro il Lago Patria FC, con il presente comunicato intende ricostruire il reale andamento dei fatti.La partita è stata fin dai primi minuti molto intensa, con eccesso di agonismo da entrambe le parti al punto che nel primo tempo il numero 7 del Lago Patria in un “scontro di gioco” colpiva al volto il terzino del Vulcano Luigi Carandente causandogli una copiosa perdita di sangue che successivamente si rivelerà dovuta a una piccolo frattura al setto nasale. Rilevato ciò, la partita è andata avanti in maniera tranquilla fino all’episodio cruciale della giornata.Al 70 esimo su una palla lunga nella metà campo del Vulcano, finite tra le braccia del portiere, Andrea Spogliatoio, difensore centrale del Vulcano Quarto, che fino a quel momento si era reso protagonista in un confronto fisico ma sportivo, senza ricorrere a nessun insulto, provocazione o fallo cattivo nei confronti del numero 7 del Lago Patria, veniva colpito da quest ultimo brutalmente alla testa e al volto con pugni violentissimi e in maniera ripetuta mentre era a terra. A seguito di ciò, si scatenava un parapiglia che vedeva coinvolte entrambe le squadre mentre il direttore di gara espelleva l’attaccante del Lago Patria.Dopo alcuni minuti in cui si è cercato di sedare invano gli animi, alcuni elementi del Lago Patria si sono fiondati contro i calciatori e i dirigenti del Vulcano Quarto, episodio che è degenerato in un ingresso in campo di persone estranee alla società, che la stessa ne condanna le azioni e prende nettamente le distanze. Allertata prontamente la forza pubblica, quest’ultima arrivata per ripristinare l’ordine ha provveduto a identificare e sentire I presidenti delle due società e il direttore di gara sull’accaduto e inoltre a riconciliare gli animi dei due protagonisti che hanno generato il caos.
La cestista è stata mandata negli spogliatoi anticipatamente, colpita da un cartellino rosso, ma la Giustizia sportiva ha deciso di graziarla, non squalificandola attenuando il gesto, perchè figlio di un grave insulto inequivocabilmente discriminatorio e razzista. Un precedente non di poco conto, che va a scardinare una delle poche certezze dello sport: la condanna alla violenza.
Certo, il lato umano non può che concordare con la decisione del Giudice Sportivo, ma il lato sportivo un po’ meno. In effetti, ciò che è accaduto lo scorso 9 febbraio potrebbe seguire le orme di quanto accaduto a Rimini. Cioè: Ndiaye non viene espulso dal direttore di gara, reo, per quanto dichiarato proprio dal calciatore del Lago Patria, di non aver posto fine alla situazione ammonendo il calciatore flegreo colpevole di aver insultato l’avversario.
Una scelta voluta o semplicemente una svista dell’arbitro che non ha visto da dove e come si sia innescata la rissa?