La stagione della Virtus Liburia doveva avere tutto un altro sapore, tutt’altro retrogusto a differenza di quello che col tempo si è rilevata essere, cioè amara e piena di intoppi, che hanno influenzato tutto l’ambiente bianco-verde e a dover pagare le spese sono stati i risultati del campo, non all’altezza degli obiettivi prefissati ad inizio stagione.
E si, mister Cottuno e i suoi erano partiti con l’idea di poter fare un campionato tranquillo e forse magari di poter lottare anche per un posto play-off, di poter quindi disputare una stagione superba, ma in queste categorie gli inconvenienti sono dietro l’angolo e quando si indirizzano verso di te non è affatto semplice schivarli e ripartire con gli stessi obiettivi. Ecco dopo una lunga stagione tormentata da tanti problemi, oggi la Virtus si sta preparando al meglio per giocarsi la permanenza in Promozione nel play-out contro l’Hermes Casagiove di domenica questa, ottenuto con la conquista della quartultima posizione del girone A. La squadra è pronta a dare battaglia per dimostrare, a detta del mister, di poterci stare in questa categoria.
Ad ormai pochissimi giorni dalla sfida decisiva, mister Cottuno ha voluto intrattenersi con noi per rispondere a degli interrogativi e per fare una disamina complessiva della stagione della squadra, della società e dell’ambiente.
Mister il playout in che modo lo avete accolto? Come una conquista o come una sconfitta?
‚Äò’Il playout è una conquista, non una sconfitta. Per quello che abbiamo passato durante il campionato sia come squadra che come società mi sento di dire che è una conquista. Siamo partiti con una squadra che poteva disputare un campionato tranquillo tenendo anche un occhio di riguardo per i play off. Ma fin dall’inizio ci sono state delle situazioni negative che hanno influenzato anche la squadra: dovevano entrare delle persone in società che poi non sono entrate più e con la situazione economica non agevole molti giocatori a dicembre hanno deciso di andare via. Abbiamo preso da l√¨ dei ragazzi giovani che senza pretese ci hanno dato una mano e quindi secondo il mio punto di vista i playout sono una conquista in quanto ci siamo dati una chance in più.”
Avete però il vantaggio del doppio risultato.
‚Äò’Si, il turno scorso, con la sconfitta del Casagiove, è stato positivo per i ragazzi che si sono un po’ sollevati moralmente, ritornando al fatto dei playout come conquista. Loro sono pronti per confermare la categoria. In queste settimane, ma anche già da prima, ho fatto fare loro lavoro in vista proprio dei playout perch√© in qualche modo già li avevo previsti prima della conclusione del girone.
Invece sulla partita a porte aperte?
“Giocheremo a Lusciano a porte aperte, perch√© qui a Trentola daremmo il vantaggio delle porte chiuse all’avversario, vantaggio che non vogliamo dare loro. Cos√¨ porteremo un po’ di gente al campo per sostenerci”.
Dalle sue parole emerge amarezza e‚Ķ forse un po’ di dispiacere?
‚Äò’Diciamo che non sono l’ultimo arrivato in questa categoria, ci milito da dieci anni intervallati da sprazzi di Eccellenza. Mi aspettavo qualcosa in più rispetto a quelle che sono le mie capacità e le mie pretese di campionato, il fatto è che non posso stravolgere ogni anno il programma prefissato ad inizio stagione e a settembre il programma era: campionato tranquillo con occhio ai playoff. Non parlo della certezza dei playoff ma almeno posso dire che ma la giocavo. Ovviamente la disfatta di dicembre ha lasciato rammarico, però nonostante tutto non ho mollato, anzi mi sono caricato le responsabilità sulle spalle anche con tante difficoltà, perchè poi le vicissitudini societarie, anche se piccole, colpiscono anche me e lo spogliatoio, complicano una stagione e influiscono sui risultati del campo. Potevamo salvarci tranquillamente a cinque giornate dalla fine, però andando in campo con una situazione psicologica negativa, non al massimo, non ha dato molti frutti ecco.”
Sembra che poteva andare anche peggio dei playout.
‚Äò’Anche!!”
E’ difficile dare un voto alla vostra stagione?
‚Äò’Da dicembre è cambiato tutto. Ho giocato un girone di ritorno con una squadra completamente modificata, 18-19 anni di media età. Molti mi hanno abbandonato -scegliendo lidi migliori-, altri si sono infortunati e questo mi ha costretto a giocare molte gare con una linea di giovani del ’98,’97. Posso solo dire che ora pensando a ciò il playout è un successo.”
Molti allenatori mollano alla prima difficoltà, invece lei no.
‚Äò’Ci vuole coraggio come prima cosa e non so quanti allenatori ci mettono la propria faccia in queste situazioni. Dopo un inizio di campionato brutto, dopo che a dicembre vedi una squadra sfasciarsi e in più il fatto di doverti giocare un campionato con tanti giovani, non so quanti allenatori sarebbero rimasti. Arrivare ad un playout giocandolo in casa col doppio risultato a favore è una conquista, un successo e un doppio miracolo.”
A cura di Davide Brasiello