Prima vittoria esterna per gli uomini di Benitez in questo 2014. I partenopei sbancano per la seconda volta il Bentegodi di Verona. Questa volta a cadere sotto i bombardamenti azzurri è stata la soprendente neopromossa Hellas. Mertens, Insigne e Dzemaili archiviano la pratica scaligera, con Benitez che non riesce a rosicchiare punti su Juve e Roma, entrambe vincitrici, ma che quantomeno allunga sulla Fiorentina, fermata sul pareggio dal Torino.
Ecco le pagelle degli azzurri:
Rafael 6: praticamente inoperoso il portiere brasiliano. Si rende protagonista solo in una occasione, quando para, senza grossi affanni il tiro centrale di Toni ad inizio ripresa.
Maggio 6,5: sicuramente la migliore prestazione da quando il nazionale azzurro gioca terzino nel nuovo modulo di Benitez. Non solo in fase di copertura, dove il numero 11 partenopeo, eccetto la parentesi di Cagliari, non ha mai demeritato, ma è soprattutto la fase offensiva la novità odierna. Sempre propositivo e pulito nei 90 minuti, serve l’assist al bacio per il primo goal di Insigne in questo campionato.
Fernandez 6,5: protagonista, insieme all’altro centrale Albiol, di una difesa che conclude la seconda partita consecutiva senza subire reti, quasi una novità nel Napoli di quest’anno. Partita di grosso spessore sull’ariete scaligero Toni che quasi mai si rende pericoloso. Pecca, come al solito, di precisione quando si tratta di impostare.
Raul Albiol 6: Come per il suo collega di reparto ha il principale merito di non concedere reti agli avversari da 120 minuti. Lo spagnolo è questa volta meno attento dell’argentino e in alcuni casi si concede qualche distrazione di troppo. Ha la bravura però di non badare ai fronzoli, allontanando con stile tutto italiano, i palloni che si trovano dalle sue parti.
Armero 6: Grande corsa e grinta per il terzino colombiano, ma purtroppo per lui null’altro. Si propone più volte sulla fascia sinistra, soprattutto nel primo tempo, mentre nel secondo è più preoccupato di difendere le incursioni del Verona alla ricerca del pari. Ci mette del suo anche nell’annullare l’argentino Iturbe, che a dir la verità non era in una giornata particolarmente ispirata.
Dzemaili 6,5: Partita di grossa quantità per l’incursore svizzero. In un centrocampo in inferiorità numerica cerca in tutti i modi, insieme al connazionale Inler, di contrastare i centrocampisti scaligeri. E’ sempre il primo a proporsi ogni qual volta il Napoli recupera palla, premiato nell’occasione della terza rete partenopea in cui è bravo a tener basso un pallone che altre volte, (vedi Juventus lo scorso anno) ha calciato altrove.
Inler 6: Ancora una volta una seconda fase di gioco migliore della prima per il metronomo napoletano. Nei primi 45 minuti sbaglia molti appoggi ed è spesso lento nel gettarsi sulle palle neutre, mentre nella ripresa è più incisivo soprattutto in fase di interdizione. Dall’ 83′ Radosevic s.v.: Solo sette minuti per il giovane centrocampista croato, in una partita ormai archiviata dai partenopei.
Pandev 5.5: Unica nota stonata in una orchestra quasi perfetta. Abulico nel primo tempo, il macedone è quasi mai incisivo anche nella ripresa. Ha due volte la possibilità con il destro di portare il raddoppio per i suoi ma la prima la spara tra le braccia degli ultras veronesi mentre la seconda tra le mani dello scaligero Rafael. Dal 67′ Insigne 7: Dopo 18 giornate di digiuno, ci mette appena cinque minuti a timbrare il cartellino. Sulla palla messa al centro da Maggio c’è scritto spingere ed il folletto napoletano non se lo fa dire due volte. Inevitabile, per un napoletano, l’esultanza sotto la curva veronese.
Mertens 7: Goal e prestazioni mai banali per il pepatissimo numero 14 belga. Altra partita sopra le riga ed altra rete da incorniciare. Servito ancora una volta da Higuain, in un istante di tempo ha la bravura di mirare al palo più lontano e di colpirlo con una precisione da professionista del biliardo. Non solo finalizzatore impeccabile, dai suoi piedi partono anche le azioni delle due successive reti partenopee, prima liberando Maggio al cross per la rete di Insigne e poi, lanciando in maniera perfetta Callejon nel contropiede che porta al sigillo di Dzemaili.
Callejon 6,5: Non compare sui tabellini dei marcatori dalla gara con l’Inter, ma lo spagnolo c’è e si vede. Sempre la solita qualità, nelle ultime gare spesso messa al servizio dei propri compagni. Quasi mai lezioso, ha il pregio di effettuare sempre, con lo stile che lo contraddistingue, la giocata più facile, come nel caso del pallone filtrante, preciso al millimetro, che libera Insigne solo davanti a Rafael, nell’occasione del terzo goal del Napoli.
Higuain 6,5: Nei primi minuti di gara sembra una giornata no per l’attaccante argentino, troppo distante dal vivo del gioco. Ad un certo punto però gli scatta la molla ed il Pipita torna ad essere l’uomo decisivo che tutti conoscono. E’ il vero regista offensivo di questa squadra: per i suoi piedi passano tutti le azioni importanti dei partenopei. Nell’occasione della rete di Mertens, è l’argentino a servirlo in profondità. Sempre più nel vivo del gioco di Benitez, sempre più amalgamato con il resto della squadra. Dall’80’ Britos sv. Ha il principale merito di farci vedere la prima difesa a tre di Benitez. Normale amministrazione per lui dopo l’ingresso.
Benitez 7: Il pregio principale dell’allenatore spagnolo, che lo ha sempre caratterizzato nella sua, vincente, carriera e che lo contraddistingue rispetto ad altri suoi colleghi spesso troppo spocchiosi, oltre allo stile, è l’umiltà. Con la consapevolezza di andare su un campo difficile, dove nessuno, eccetto il Chievo nel derby, aveva mai vinto, Don Rafè predispone i suoi per una gara attenta e scrupolosa in fase difensiva, senza però mai rinunciare al possesso palla offensivo, cercando di sfruttare i varchi che il Verona, attaccando, è costretto a concedere. Per piccoli tratti, come nel caso della terza rete napoletana, sembra di rivedere il Napoli di Mazzarri, con una qualità ovviamente superiore. Da un certo punto in poi, con l’ingresso di Britos, predispone anche i suoi difensori a tre. Sempre più camaleontico il suo Napoli.
Fabio Esposito