“Tutto questo non è umano”…ma invece giochiamo ancora

A mente lucida si cerca sempre di analizzare la situazione, di capire cosa è andato nel verso giusto e cosa in quello sbagliato. Solitamente non mi piace trattare argomentazioni e questioni extra calcistiche perchè sono sempre stato dell’idea che una gara vada valutata in base a quanto espresso dalle squadre sul terreno di gioco, però la questione è diversa, almeno secondo il mio parere. Appare quasi inutile dire che parlo di Inter-Napoli disputata ieri allo stadio “San Siro”. Una gara che non doveva proprio iniziare.

“Tutto questo non è umano” –Mi riferisco all’aggressione che ha visto protagonisti/antagonisti tifosi delle due fazioni, l’assalto degli interisti al van dei napoletani porta con sè un bilancio gravissimo: accoltellamenti e feriti, fino alla morte di un tifoso investito.

“Tutto questo non è umano” – Viviamo in un’epoca di grande progresso, cresciuti tantissimo dal punto di vista ideologico, eppure molti ULULANO ad un ragazzo che sta giocando la sua partita di calcio, solo perchè il colore della sua pelle è “diverso”. Il razzismo è il male che ha mietuto più vittime nella storia dell’umanità, alle soglie del 2019 una società che non riesce ad estirparlo deve farsi tante, forse troppe domande.

“Tutto questo non è umano” – Perchè non sospendere la partita per quei vili ululati e cori di discriminazione territoriale? Il Napoli lo aveva chiesto, ma allora perchè non si sono fermati? Lo stesso Nicola Rizzoli, in tempi non sospetti, aveva affermato riguardo a queste situazioni: Atteggiamenti assolutamente da perseguire, c’è una procedura ufficiale, stabilita da Fifa e Uefa, per punire gli episodi di razzismo e di discriminazione territoriale: l’arbitro deve fermare la gara per far trasmettere un annuncio pubblico. Il passo successivo è fermare di nuovo la gara, chiamare i giocatori a centrocampo e dare un altro annuncio. Se non ci sono le condizioni l’arbitro fa rientrare le squadre negli spogliatoi, la gara viene sospesa e la palla passa al responsabile dell’ordine pubblico che decide se sospendere la partita. Non è andata cos√¨: 3 annunci, 0 richiami ai capitani, nemmeno un secondo di sospensione!

“Tutto questo non è umano” Boxing day. Giorno di festa, da vivere allo stadio con famiglie e bambini. Il calcio come spettacolo, un evento in cui tifosi e atleti dovrebbero essere gli unici protagonisti. Una lista nera che serve a poco, nemmeno alla memoria: Giuseppe Plaitano nel ’63, Vincenzo Paparelli nell’80, Stefano Furlan e Marco Fonghessi nell’85, Nazzareno Filippini nell’88, Antonio De Falchi nell’89, Salvatore Moschella nel ’94, Vincenzo Spagnolo nel ’95, Vincenzo Lioi, Ciro Alfieri, Simone Vitale e Giuseppe Diodato nel ’99, Antonio Currò nel 2001, Sergio Ercolano nel 2003, Gabriele Sandri e Filippo Raciti nel 2007, Matteo Bagnaresi nel 2008, Ciro Esposito nel 2014, Daniele Belardinelli ieri! I morti non hanno più memoria, ma a quanto pare nemmeno i vivi ne hanno. “The show must go on” cantavano i Queen, ma è il momento di fermarsi davvero e decidere il da farsi. Questo calcio non ci appartiene.

Gianfranco Collaro