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Storie di Stadi. Ugo Gobbato: l’uomo che portò l’industrializzazione a Pomigliano

Quanti di voi si sono posti la domanda “Chissà come mai ha questo nome lo stadio”. Diversi sono gli impianti che hanno il nome di un ex calciatore o che omaggiano accadimenti del passato. La nostra redazione ha voluto dare sfogo alla curiosità dando vita alla rubrica “Storie di Stadi”, che tratterà per l’appunto la storia degli stadi, scusate il gioco di parole, della nostra regione. Per questa quarta uscita racconteremo di Ugo Gobbato, uomo a cui è stato intitolato lo stadio comunale di Pomigliano D’Arco.

Ugo Gobbato veneto di nascita è stato un ingegnere meccanico che ha lavorato presso la FIAT e non solo. Dopo essere diventato perito perito elettromeccanico e filotessitore oltre che operaio nell’Officina Idroelettrica di Treviso, si è trasferito in Germania per completare gli studi. La prima laurea la prese in ingegneria meccanica nella Sassonia, mentre la seconda in ingegneria elettronica, sempre al Politecnico di Zwickau. Nel 1939 fu chiamato al servizio militare nella nuova Aeronautica.  Nel corso della sua vita, partecipò a tutte e due le guerre mondiali, ma la svolta arrivò nel 1919, quando venne assunto dalla FIAT.

Il primo incaricò fu quello di riconvertire la fabbrica da produzione bellica a produzione civile. Un uomo e un ingegnere di grande successo, che conquistò Giovanni Agnelli, che tra tutti lo scelse per la direzione della produzione del Lingotto, la prima fabbrica che adoperò la catena di montaggio. Dopo la visita in USA, durata quattro anni, Gobbato ristrutturò il Lingotto creando due direzioni distinte, una per la produzione e l’altra per la fabbricazione. La FIAT divenne un grande trampolino di lancio per Gobbato, che crebbe professionalmente fino a ricevere l’incarico di riorganizzare dello stabilimento dell’Alfa Romeo. Fu scelto proprio da Benito Mussolini.

Gobbato divenne un pilastro per Pomigliano D’Arco, quando nel 1938 riuscì ad ottenere l’apertura di uno stabilimento industriale Alfa Romeo nella cittadina napoletana. Uno stabilimento fortemente voluta dall’ingegnere, nel quale venivano prodotti motori avio, un colpo di genio che ne dimostrò le qualità dirigenziali. A lui è dovuta la conversione dell’Alfa Romeo, che riuscì a risanarsi e a ritrovare il vecchio splendore.

Nel 1945 Ugo Gobbato venne assassinato a Milano dopo un lungo processo da cui uscì, però, prosciolto. Le accuse mosse da due ex dipendenti dell’Alfa Romeo risultarono infondate. L’omicidio dell’ingegnere trevigiano restò impunito grazie all’amnistia concessa nel 1959 per i reati a sfondo politico. Solo in futuro si scoprì che uno dei suoi esecutori era Antonio Mutti, uno degli accusatori di Gobbato e testimoni al processo degli anni precedenti. Due anni dopo, nel 1947, lo stadio Comunale di Pomigliano venne a lui intitolato. Infatti, era già attiva la squadra di calcio, che all’epoca militava in Serie C con il nome di Juve Alfa Pomigliano.