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Storie di Stadi. Torre Annunziata e lo stadio Giraud

Quanti di voi si sono posti la domanda “Chissà come mai ha questo nome lo stadio”. Diversi sono gli impianti che hanno il nome di un ex calciatore o che omaggiano accadimenti del passato. La nostra redazione ha voluto dare sfogo alla curiosità dando vita alla rubrica “Storie di Stadi”, che tratterà per l’appunto la storia degli stadi, scusate il gioco di parole, della nostra regione. Come prima uscita è stato scelto l’impianto di Torre Annunziata, “Alfredo Giraud”.

Dopo anni di campionati itineranti e di disputa delle partite casalinghe tra il Montagnello, l’Oncino e il Formisano, il Savoia il 28 gennaio del 1962 ha finalmente il suo primo vero stadio. Infatti gli impianti utilizzati fino a quel momento erano dei campi senza una struttura vera e propria. Il progetto porta la firma dell’ingegnere Sergio Piraino. Il giorno dell’inaugurazione, però, la nuova tana degli oplontini non era del tutto completata e non aveva neanche una vera e propria denominazione. nel 1981 è arrivata, però, la decisione di dare un nome all’impianto sportivo del Savoia e si scelse di dedicarlo ad Alfredo Giraud.

Chi era, però, colui che regalava il nome al primo stadio di Torre Annunziata? Alfredo Giraud è stato della figure più emblematiche dello sport torrese, ma anche del Savoia stesso. Capitano Semaforista della Marina Militare, Giraud è stato costretto anche a lasciare la cittadina vesuviana, ma rientrando sempre e soprattutto continuando a coltivare la sua prima passione, il calcio. Padre di cinque figlio, tutti quanti che per carriera o per diletto, sono stati calciatori, è stato anche il vicepresidente del Savoia nella gloriosa annata del 1924, quando i biancoscudati riuscirono a vincere il campionato della Lega del Sud della Prima Divisione arrivando anche a disputare lo spareggio nazionale contro il Genoa, ma non trovando la vittoria finale. Il Savoia chiuse la stagione come vice campione d’Italia.

Nella storia del Savoia, però, ci sono anche tre dei cinque figli di Alfredo Giraud. Come detto, infatti, tutti e cinque i suoi figli giocarono a calcio, ma solo Raffaele, Michele e Giovanni entrarono nella storia degli oplontini. Il primo un terzino che oltre al Savoia ha giocato in altre società, per poi tornare in diverse occasione tra le fila dei bianchi anche in contemporanea con i suoi fratelli. Dai tifosi era soprannominato Giraud I, mentre Michele era Giraud III e Giovanni, o Giovannino, era Giraud III. Michele era un centrocampista, ma anche un giocatore duttile che poteva giocare in difesa e assieme a Raffaele erano una vera e propria diga della formazione oplontina. Per il suo modo d’essere ha anche vestito la fascia di capitano. Giovanni, colui che con maggiore fervore e più ricordato dai tifosi torresi, ha vissuto oltre i 100 anni e proprio in occasione del centesimo compleanno fu organizzata una festa a Torre Annunziata. Era un’ala e a scoprire il suo talento calcistico fu proprio il padre, che lo fece giocare proprio in quel ruolo.

Nei ricordi, però, non si non menzionare Vittoria Giraud, che dal Savoia ci è passato prima di lasciare il calcio per gli affari. Lui è stato uno dei tifosi più accaniti del vessillo oplontino, ma non risparmiava i propri fratelli con forti rimproveri quando non riuscivano a stare dietro agli avversari. L’impegno per lo sport torrese di Alfredo Giraud va ricordato anche quando fondò una piccola realtà che comunque riuscì a dire la sua, la Torrese, da dove passarono proprio i suoi figli muovendo i primi passi da calciatore. Ed ecco quindi da dove arriva la scelta di dedicare proprio a lui il primo stadio di Torre Annunziata. Un grande tifoso, sportivo e appassionato, oltre che un talent scout, seppur in casa propria, e ha dato i natali a tre grandi calciatori che sono stati capaci di entrare nel cuore dei tifosi.

Si ringrazia Giuseppe Lucibelli tifoso oplontino e autore del libro Savoia: storia e leggenda