In serie D il campionato è ancora fermo, rinviato a causa dell’aumento della curva dei contagi in questo inizio 2022. Le squadre cercano di tenere la forma migliore in attesa della ripresa. Tra queste il Sorrento di mister Cioffi, che dal calciomercato ha ritrovato bomber Francesco Ripa, a 17 anni dalla prima volta insieme.
“Chiamato anche lo scorso anno dalla società”. – Afferma l’attaccante ai microfoni dei colleghi di Metropolis. Spider, il suo soprannome, prosegue – “C’era l’allenatore che conosco e con cui ho lavorato la prima volta che sono stato a Sorrento”. Poi aggiunge: “Sono tornato per ringraziare la società che mi ha permesso di diventare quello che sono. Sono molto legato alla piazza e alla società. Quest’anno ci sono state le condizioni e ho accettato di tornare”.
Campionato fermo da prima di Natale, Ripa parla però dell’allenatore e di alcune differenze tattiche: “Come ho detto lo conoscevo già, so come lavora. All’epoca giocavamo con un modulo diverso, mentre oggi con il 3-5-2. Certo è che, almeno penso io, che un allenatore debba adeguarsi ai calciatori che ha. Da un punto di vista tattico, la situazione è ora questa. Per quanto riguarda la persona, è sempre stato schietto, un allenatore che pretende il massimo dai suoi giocatori e che fa lavorare sodo. Da questo punto di vista è cambiato poco, sapevo già come lavora il mister”.
Tra obiettivi e sfide, si torna in campo il 23 gennaio: “Dobbiamo pensare partita per partita, vincere partita per partita. Dare il nostro meglio perché il primo obiettivo è quello di mantenere la categoria. Sono d’accordo con la decisione della LND, perché dopo le feste la situazione dei contagi è cresciuta tantissimo. Ovviamente era impossibile riuscire a tornare in campo, una squadra non può giocare con un deficit di dieci o undici calciatori. Quindi, giusto slittare la ripartenza, speriamo solo che questa data poi coincida davvero con il ritorno al calcio giocato. Per quel che riguarda la situazione in generale, la pandemia ha condizionato e colpito tutti, dalla Serie A alla Serie D. La differenza è netta, però. In Serie A sono più avvantaggiati, hanno protocolli precisi, noi, invece, siamo lasciati un po’ così”.