Una gran carriera da calciatore sui campi della serie A e della serie B e un buonissimo inizio da allenatore, prima alla Paganese come vice di mister Grassadonia poi da responsabile della prima squadra per poi approdare alle giovanili della Salernitana e della Juve Stabia. E’ Luca Fusco, nuovo allenatore del Sorrento, che da dieci giorni ha iniziato la sua avventura sulla panchina dei costieri: “Perché ho sposato il progetto rossonero? Non ci ho messo tanto ad accettare, considerata la serietà della società e la conoscenza del ds Antonio Amodio, che è un grande conoscitore della categoria. Sono consapevole che questa panchina può rappresentare uno step importante per la mia carriera da allenatore”.
GLI OBIETTIVI: “Non ci poniamo limiti. Sappiamo le difficoltà del campionato ma con lavoro e abnegazione si può fare bene. Inoltre, il ds Amodio è stato bravissimo a confermare una buona ossatura della squadra che ha ben figurato nella passata stagione. Speriamo di rappresentare la mina vagante del torneo pensando prima ad una salvezza tranquilla”.
IL SORRENTO: “Mi fido ciecamente del lavoro svolto in sede di mercato. Ho grossa fiducia nei nuovi arrivi che possono dare tanto alla causa così come, anche, nei riconfermati che sono dei calciatori di categoria validissimi. Ho a disposizione un’ottima squadra composta prima di tutto da uomini veri, fattore basilare nel calcio e per la creazione di uno spogliatoio solido”.
IL CAMPIONATO: “Al sud si stanno muovendo un po’ tutte le società e, sicuramente, in ogni girone in quattro o cinque partiranno per puntare alla promozione. Non sapendo quale sarà il nostro raggruppamento non posso sbilanciarmi. Ci saranno sorprese, delusioni e corazzate: speriamo di sorprendere”.
MESSAGGIO: “Non sono abituato a fare proclami all’inizio. Una cosa, però, ai tifosi posso garantirla: l’impegno non mancherà mai. E’ normale che chiedo loro di starci vicino e sono sicuro che lo faranno perchè negli anni hanno sempre dimostrato grande passione”.
FUSCO: “Cerco di capire prima le caratteristiche dei miei calciatori per poi lavorare su un modulo che per me è secondario. Ho collaborato con Grassadonia per poi fare il primo a Pagani e nella Primavera della Juve Stabia: avventure importanti in cui non ho mai avuto un unico modulo di riferimento. Per me contano molto le caratteristiche e la determinazione di ogni singolo calciatore, il sistema di gioco è una conseguenza”.