Un altro smacco per la città di Scafati e la società canarina che dopo la sconfitta della scorsa domenica allo stadio Canada Cioffi ed il desiderio di un immediato riscatto, arriva da palazzo Mayer la comunicazione di obbligo di porte chiuse. Zero spettatori, zero incassi, dunque zero tifo che è sempre indice di incoraggiamento ed entusiasmo per gli undici in campo. L’obbligo di gara a porte chiuse, stando a quanto si legge su un documento pervenuto presso gli uffici del club, sarebbe da attribuire agli episodi di domenica 26 gennaio, giornata in cui, tra il primo ed il secondo tempo si verificarono alcuni disordini tra la tifoseria scafatese e quella palmese. Probabilmente l’amministrazione che tanto si è spesa per restituire (parzialmente) lo stadio alla città ed ai propri tifosi ha deciso di fare un passo indietro evitando ulteriori grattacapi. Inevitabile la delusione del Presidente Vincenzo Cesarano che ha affidato il suo sfogo sulla sua pagina Facebook. E sui social si sono scatenati anche tutti quei simpatizzanti e sostenitori del canarino, coloro che sono affezionati ai colori gialloblù non certo da ieri. Gli aggettivi dispregiativi si sprecano come gli epiteti indirizzati agli amministratori. “Benvenuti a pagliacciopoli” – si legge sulla pagina ufficiale della Scafatese 1922 – ed ancora ” -vergogna, vergognatevi voi non amate la Scafatese.- E se la ragione dovrebbe essere sempre a metà, non si può dar torto a chi, seppur sarcasticamente commenta cos√¨:” l’amministrazione comunale nonostante non ci fossero state sanzioni dagli organi federali e di pubblica sicurezza ha chiuso lo stadio dopo i fatti con la Palmese”.
Ora resta soltanto da capire se l’obbligo di gara a porte chiuse sia soltanto una “ammonizione” provvisoria o se la Scafatese giocherà a porte chiuse le restanti gare di campionato. Intanto gli amministratori politici quelli presenti sugli spalti le scorse domeniche non risultano ancora pervenuti e non hanno ancora rilasciato dichiarazioni in merito.