“Domenica voglio che sia una festa del pallone, per noi e per la Juve. E’ questo l’appello che arriva, dalle pagine di Repubblica, da Rudi Garcia in vista dell’attesa sfida fra Roma e Juventus. Lo scudetto l’hanno vinto loro, complimenti e bravi loro ‚Äì sono le parole del tecnico francese ‚Äì Ma bravi anche noi, siamo arrivati secondi giocando spesso un buon calcio, e’ un risultato superiore alle aspettative, me lo dicono tutti e quindi lo accettiamo sapendo che tra un anno dovremo essere piu’ forti se vogliamo vincere noi. Chiedo al nostro pubblico di applaudire le due squadre piu’ forti del campionato e, alla fine, chi avra’ vinto la partita. Tornando alla lotta per il tricolore, Garcia confessa che ci ho creduto fino alla partita col Sassuolo, che ha pure giocato una partita bella e coraggiosa. I sorpassi che sembravano incredibili non li ho inventati io, sono nella storia del calcio. Ci resta la soddisfazione di aver tenuto sotto pressione fino a tre giornate dalla fine una Juve che viaggiava a ritmi-record. Garcia poi si racconta, rivela che da piccolo sognava di fare il veterinario ma poi il pallone ha preso il sopravvento. Nella testa mi sentivo un 10, il mio idolo era Platini. Ma sul campo avevo mezzi da 8, o da 7. Ero un calciatore di medio livello, sono arrivato alla serie A senza mai trovare la pappa pronta e a 28 anni ho dovuto smettere per problemi alla schiena. Tra le sue abitudini quella di non entrare in competizione coi giocatori. Capirli. Metterli nella condizione di dare il massimo. Concentrarsi sui giocatori e isolarsi dall’ambiente. Dicono che ho fatto molto in fretta a capire la Roma. Ho deciso fin dall’inizio che non m’interessava il passato, per me conta solo il presente. Ho trovato un ottimo gruppo, siamo partiti bene, con segnali chiari: Francesco che cede il pallone a Osvaldo, Daniele che segna a Livorno e chiude il tormentone del va o resta, Federico che segna nel derby. Del calcio italiano lo ha colpito di piu’ l’utilizzo della difesa a 3, poco diffusa in Europa. Io ho sempre difeso a 4, su tutto il resto si puo’ discutere. E una sola volta ho usato la marcatura a uomo, contro il Lione: Keita su Juninho, l’ha cancellato. E infine rivela di essere rimasto sorpreso da Buffon e Pirlo. Che fossero due campioni lo sapevo gia’, ma mi ha colpito la loro classe umana, il loro comportamento da perfetti sportivi. Giocatori cosi’ fanno solo bene al calcio. ita
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