Roland Ratzenberger, una morte di serie B. Johnny Herbert: L’uomo dimenticato dalla F1

Iniziata la manifestazione ad Imola per la commemorazione del ventennio dalla morte di Senna e Ratzenberger. Sono già giorni che in giro si parla soltanto di Senna. Indubbia e senza precedenti la qualità sportiva del pilota brasiliano, ma non dimentichiamo che a morire per primo fu Roland Ratzenberger, l’austriaco della Simtek-Ford, che il 30 aprile del 1994 perse la vita durante le prove, senza nemmeno partire al primo giro del Gran Premio di San Marino. Una pista, quella di San Marino, che ancora oggi suscita incertezze e problemi in avanzamenti e sorpassi, quasi sempre impraticabili. √à stato definito da Johnny Herbert, suo ex rivale presente al funerale, l’uomo dimenticato dalla F1, ma non da lui.

Ratzenberger mentre percorreva la curva Tamburello e la curva Villeneuve perse la parte superiore dell’alettone anteriore. La monoposto perse stabilità e si schiantò senza freni contro il muro della curva Villeneuve. La spina dorsale si spezzò e Roland mor√¨ sul colpo. Il ricordo in Herbert è ancora vivo: Penso sempre a Roland. Mi manca ancora adesso e penso spesso a lui soprattutto mentre guardo alcune gare, come quella di Monaco. L’anno prima che morisse avevamo cenato assieme proprio l√¨, e lui mi raccontava di come stava cercando di entrare in F1. Era un buon amico ed è stato fantastico vederlo in Formula 1, la sua gioia era indescrivibile.

Le lacrime del padre a Imola sono state la dimostrazione che a distanza di anni il ricordo di una persona cara non svanisce: E’ ancora pesante, ma quest’anno sarà diverso perch√© torneremo indietro e certo sarà più difficile [‚Ķ] Saremo a Imola anche per ricordare Senna. La sua morte è stata molto pesante da affrontare, soprattutto quando abbiamo saputo che aveva in auto una bandiera austriaca da mostrare in ricordo di Roland se avesse vinto.

Tuttavia ancora oggi, a distanza dei pesanti 20 anni di assenza, molti piangono e commemorano soltanto Senna, il mondo ha pianto Ratzenberger probabilmente un solo giorno. Fu un week end di grande dolore quello dell’aprile del ’94, la fortuna volle che Barrichello si salvasse, mentre i suoi due colleghi persero la vita. La morte di Ratzenberger va, in ogni caso, ricordata sempre, non come una morte secondaria ma come la morte di un ragazzo che aveva raggiunto il suo sogno e dal cui casco bianco e rosso si rovesciarono cospicue gocce di sangue. L’allora Presidente della FIA, Max Mosley, fu forse l’unico a partecipare soltanto ai funerali di Ratzenberger, evitando quello di Senna: E’ stata una cerimonia intima, con i familiari e pochi altri. C’erano i genitori, la fidanzata, qualche esponente del mondo austriaco delle corse. Molti piloti celebri erano amici da tanto tempo con Ayrton, dunque è pienamente comprensibile che abbiano scelto di andare a dargli l’ultimo saluto. Ma sentivo che la morte di Roland era stata trascurata.

 

Elena Cuomo

clicca per la pagina Facebook
clicca qui per seguirci su Twitter