A Napoli è ricominciata la dominazione spagnola. Il vortice scatenato dal Rafa Day ha spazzato via tutti i dubbi e gli aloni di mistero che ancora serpeggiavano in riva al golfo, dopo l’addio, per certi versi traumatico, di Walter Mazzarri.
Tutto e il contrario di tutto. Rafa e il Walter-ego sono l’uno l’antitesi dell’altro. Solare, pratico, completamente immerso nella pura essenza della napoletanità il primo. Schivo, burbero, tutto casa e campo il secondo, maniacale nel tenere il suo lavoro a debita distanza dai sentimentalismi patriottici di una piazza che da sempre, nel calcio, ha provato a tirar fuori qualcosa in più.
L’annuncio su Twitter, l’invito ai tifosi di consigliargli i dieci posti più belli della città da visitare. Benitez ha stravolto in un battito d’ali il rapporto tra tecnico, tifosi ed addetti ai lavori. Sempre disponibile e col sorriso sulle labbra, il Napoli sembra aver trovato l’uomo giusto per proseguire nel percorso di internazionalizzazione, tanto auspicato da De Laurentiis. Aspettando i risultati, l’impatto può dirsi più che soddisfacente. I più scettici però, aspettano con trepidante attesa il campo. Benitez ha vinto tanto ma nell’unica esperienza italiana maturata all’Inter non è affatto andata come ci si attendeva. La pesante eredità di Mourinho, unita alle incertezze di una società che ancora oggi soffre gli errori di programmazione soprattutto dell’ultimo biennio, non hanno reso la vita facile al tecnico madrileno che, dopo il divorzio, si è preso una lunga pausa prima di condurre il Chelsea nuovamente sul tetto d’Europa, seppur in quella minore. Il trionfo di Amsterdam ha ridato lustro al curriculum dello spagnolo che ha deciso di ricominciare da Napoli per vincere l√¨ dove in pochi sono riusciti a farlo. Una sfida nella sfida. E per Rafa parlano i fatti. Un contratto dalle cifre importanti con un solo bonus, quello legata al tricolore.
Massima ambizione, dunque. Niente più piagnistei sul Plzen di turno o l’impegno ravvicinato dal sabato al marted√¨. Niente più conferenze disertate o interviste post-gara interrotte bruscamente per qualche domanda indiscreta che ha fatto storcere il naso. L’aplomb dell’hombre latino ha già convinto milioni di tifosi. Non resta che far parlare il campo, vero Rafè?