Qui Pomigliano. Il traumatico risveglio del lunedì dopo i quattro ceffoni del Giraud

Quattro schiaffi da togliere quanto prima possibile dal proprio volto. Dopo 30′ di sostanziale equilibrio, come noto, il Pomigliano di Seno è letteralmente affondato sotto i colpi del ben più titolato Savoia di Feola. Una domenica da dimenticare, quella trascorsa al Giraud, che lascerà i suoi strascichi anche nelle prossime giornate, data l’espulsione di Candrina (fino ad allora forse il migliore dei suoi) ed i quattro “gialli” rimediati (Di Finizio, Iattarelli, Parentato e Cantone). Come al solito, mister Seno avrà molto materiale su cui riflettere e da cui trarre nuove conclusioni sul Pomi che sarà. Domenica si riposa: sosta dovuta al torneo di Viareggio ed alla Selezione di D che ha pescato, con ovvietà di causa, anche nel girone I; poi si ricomincia a fare sul serio: c’è l’Hinterreggio ed una classifica che, proprio come 19 giornate or sono, ha disperato bisogno di muoversi.

Ammesso e non concesso che il 4-0 del Giraud sia forse punizione esagerata per quanto espresso in campo, (gli ultimi due acuti oplontini sono arrivati a tempo quasi scaduto, col Pomi in 10) è innegabile che il momento di De Rosa e compagni non sia propriamente positivo. Ieri molte pecche sono salite a galla: Di Finizio nonostante un buon apporto alla manovra ed un ottimo approccio al match, se non coperto dalla mezzala di turno, va in gran difficoltà contro avversari brevilinei, vedi Tiscione che ieri ha fatto il bello ed il cattivo tempo sulla sua fascia; se uno tra Panico (ieri comunque assente) e Suriano non vive sua miglior giornata, allora la pericolosità offensiva dell’undici granata diventa quasi nulla, limitandosi ai soliti lanci lunghi in attesa di una spizzata del solito Gennaro Esposito, troppo spesso troppo isolato tra i difensori avversari; il buon Iattarelli, encomiabile per lo spirito con cui ha interpretato il suo match, si è sacrificato molto in fase di non possesso, salvo poi dissolversi ogni qual volta toccasse il pallone nella trequarti oplontina.

Sia ben chiaro, fare processi all’indomani di una debacle (per quanto sonora nel risultato finale) contro la primissima della classe, è quantomeno inopportuno: il Pomigliano è una squadra costruita per la salvezza ma che, rispetto alle altre “piccole” del girone I ha qualche individualità in più (Varriale, Rea, Oretti, Suriano, Esposito) e che, se in giornata, può mettere in difficoltà chiunque (vedi il quarto di finale di coppa con l’Akragas o l’ottavo proprio col Savoia). Pensare alla sola coppa, però, sarebbe da suicidio: c’è bisogno di almeno una ventina di punti, di qui alla fine, per una tranquilla salvezza.

Mirko Panico