Ritorniamo con la nostra inchiesta sulle strutture sportive in Campania. Questa volta i riflettori sono puntati su uno degli impianti sportivi di Succivo. Non il “Graziano Papa”, non il “PalaVolley Franco Papa” ma uno stadio costruito e abbandonato nel totale anonimato.
Tra il 2004 e il 2006, l’amministrazione dell’allora Sindaco Salvatore Tessitore ha avuto il merito di far sorgere due importanti strutture sportive sul territorio. Il “PalaVolley”, appunto, palazzetto affidato all’Atellana Volley, in cui si appoggia anche il Basket Succivo. La seconda è un’altra struttura mai realmente conclusa e mai inaugurata.
La struttura in questione si trova nella zona commerciale di Succivo, dove da poco è sorta anche un’isola ecologica. Una zona molto trafficata dalle auto in quanto punto di giuntura con l’asse mediano della strada Villa Literno-Nola. Un impianto anonimo, in quanto mai intitolato, che ha visto il suo più grande splendore solo per dieci giorni, nel lontano 2006.
All’epoca la, poi defunta, squadra di calcio del posto era in lizza per la conquista della Serie D tramite play-off regionali. Un decennio fa, però, gli spareggi si giocavano su campo neutro, in quel caso al San Francesco di Nocera Inferiore. Per questo motivo la dirigenza aveva fatto pressione per utilizzare, per gli allenamenti, il nuovo impianto sportivo. Questo perchè più vicino alla fisionomia del San Francesco, rispetto alle mura amiche del “Papa”. Salvatore Tessitore, sindaco di Succivo, si prese, quindi, la responsabilità di far allenare la squadra di Antonio Fogliamanzillo l√¨, nonostante fosse ancora un vero e proprio cantiere aperto.
Intanto con l’entusiasmo del momento florido della squadra di calcio, il movimento sportivo stava prendendo una nuova vita. I tifosi già sognavano una nuova casa per la loro Succivo. Seguivano gli allenamenti e si erano maggiormente avvicinati alla squadra. Un sogno svanito dopo appena dieci giorni. L’eliminazione del Succivo dai play-off ha generato la conseguente chiusura della struttura.
Mentre però, il “PalaVolley” vede una vita attiva a splendente, grazie allo sforzo della società di prendere in gestione il palazzetto, lo stadio è morto ancor prima di nascere. Fallita la società, l’impianto è ancora oggi chiuso, lasciando agio a flora e fauna di usufruirne liberamente.
Un piccolo gioiello, che però già da subito aveva delle carenze. Mai realmente agibile sin dal progetto, l’impianto non prevedeva il doppio ingresso e la divisione dei settori e della tifoseria. Caratteristica fondamentale, come la nuova normativa prevede da circa trent’anni. Al di là di questo, però, il campo in erba prevede uno spazio ampio negli spogliatoi e uno spazio sottostante, molto probabilmente destinato ad una palestra. Non solo un campo di calcio a 11 ma anche un campetto di calciotto. Per i tifosi una tribuna mobile.
Non utilizzato da società sportive in occasione della prima emergenza rifiuti, l’impianto cambiò destinazione diventando temporaneamente una vera e propria discarica. L’amministrazione fece di necessità virtù. Passata l’emergenza, l’impianto è stato lasciato al graduale sfacelo del tempo e soprattutto vittima di vandalismo e furti.
In stato di dissesto, il campo potrebbe comunque essere recuperato e ne ha coscienza la stessa amministrazione. La stessa il 20 dicembre 2017 aveva pubblicato un bando, per l’affidamento degli impianti sportivi comunali. Tra questi anche lo stadio abbandonato. Obiettivo: affidare l’impianto alla società con il progetto più convincente. Un bando a cui nessuno sembra aver risposto risposto, anche perchè allo stato attualmente un totale restyling costerebbe più di 500mila euro. Un costo che non sembra volersi sobbarcare nessuno.
Ad oggi, però, le strade che circondando la struttura vengono percorse da diversi amatoriali per il jogging. Come premesso, una zona molto trafficata e pericolosa da percorrere a piedi, tant’è che negli anni passati, una donna fu tragicamente investita proprio mentre praticava jogging.
Un vero e proprio spreco di denaro pubblico, l’impianto di Succivo, che potrebbe vedere una nuova vita anche solo concedendolo al pubblico servizio come un’area sportiva per i cittadini.
Cristina Mariano