Promozione. Il pensiero di Pezzella sul finale di stagione, con uno sguardo agli spareggi

Siamo ormai al tramonto della corrente stagione calcistica. Alla finestra, sempre e comunque, l’allenatore Dino Pezzella in attesa di una nuova avventura.

La fine dell’era Viribus Somma e della breve parentesi Sanciprianese, hanno arricchito ulteriormente il bagaglio di esperienza di un coach che continua a restare al passo della modernizzazione sportiva.

I verdetti dei rispettivi campionati ci spingono ad incuriosirci sul pensiero di mister Pezzella a riguardo.

Le domande che ci poniamo sono: quanto è difficile/facile vincere un campionato da indiscussi favoriti? Come ad esempio un Castel Volturno in Promozione. Ed invece, come si preparano i famigerati play-off e play-out? Alla stessa maniera di sempre? O entrano in gioco altri fattori che forse sono sottovalutati?

A QUESTI QUESITI L’ALLENATORE DINO PEZZELLA CI DICE LA SUA:

“Le domande sono molto interessanti. Vincere è sempre difficile. Ad Agosto si può essere favoriti e sono tante le squadre che partono per vincere, l’ostacolo è portare gli obiettivi al termine. Per vincere un campionato non bisogna esaltarsi nei momenti positivi e non bisogna abbattersi in quelli negativi. Si deve continuare sulla strada della programmazione fatta e magari riuscire a Dicembre a fare una valutazione su cosa ha funzionato e cosa no.

Quando si è davanti iniziano le pressioni. Nel caso del Castelvolturno, Neapolis e Sessana sono state in pressione costante durante tutta la stagione. Gestire ciò è quello che ti consente di vincere, non basta avere una grande squadra e un grande allenatore.

La gestione delle energie nervose nel calcio è un elemento fondamentale. Molto spesso si dà importanza all’aspetto tattico, tecnico ed atletico. Sono componenti naturalmente fondamentali ed essenziali. L’aspetto cognitivo e nervoso si sottolinea in maniera minore ma in realtà ha un ruolo primario.

Ad esempio se facciamo 300 metri alla massima velocità a fine corsa troviamo un lattato pari a 13 millimoli. Il lattato ci consente di farci un’idea su quanto si siano stressati i muscoli. A fine partita di calcio, invece, troviamo 8 millimoli. Cosa significa questo? Che 300 metri stressano più la muscolatura rispetto ad una partita di calcio. La maggior parte dello stress è cognitivo, che diventa dunque un elemento fondamentale.

Alla gestione di play-off e play-out il primo punto è quindi quello nervoso. Molto spesso in questi spareggi abbiamo visto vittorie di squadre meno favorite. Ad esempio il San Giorgio qualche anno fa vinse da ultimo posto nei play-off mettendosi sopra Puteolana e Afragolese che avevano fatto un campionato diverso. Quello che è determinante dunque è come ci si arriva mentalmente. Il carico di essere il protagonista/favorito potrebbe anche incidere negativamente.

Il primo elemento che deve fare l’allenatore di una squadra favorita è far comprendere ai calciatori che ogni partita è una partita a sé. Stesso discorso anche per chi parte sfavorito in quanto non deve partire sconfitto proprio perché il play-off/play-out è una partita che può non avere lo stesso andamento della stagione agonistica. Il secondo elemento è come ci si arriva tecnicamente e tatticamente. Ci sono allenatori bravi a preparare le singole partite e quindi il tema gara avrà un ruolo fondamentale. Non tutte le compagini possono però arrivarci atleticamente allo stesso modo, uscite fuori da una stagione usurante. Queste gare hanno bisogno di un grande livello di brillantezza. Chi era già sicuro di parteciparvi ha il vantaggio di averla preparata prima. Questi sono tutti elementi che faranno la differenza. Ritornando alla domanda, la prima cosa che può fare un allenatore nel preparare queste partite è agire dal punto di vista mentale. Poi studiare la squadra avversaria. Infine costruirla atleticamente se c’è tempo”.

Di Andrea Murolo