Cesare Prandelli restera’ il ct dell’Italia a prescindere dal Mondiale. Lo mette in chiaro il presidente della Figc, Giancarlo Abete, che ai microfoni di ‘Radio Anch’io Sport’ su RadioUno esclude la presenza di una ‘clausola’ legata al risultato in Brasile. “Abbiamo fatto una valutazione serena sulla base dei risultati in questi anni, ha partecipato a due competizioni importanti e ha fatto un secondo posto agli Europei e un terzo alla Confederations Cup – spiega – e si e’ qualificato a Europei e Mondiali con largo anticipo.
Il tecnico di una Nazionale ha solo 2-3 opportunita’ per ottenere un successo mentre l’allenatore del Manchester City o del Liverpool puo’ vincere 28 competizioni in un quadriennio”. E ha aggiunto: “Sappiamo quali sono le grandezze e le criticita’ di una Nazionale, le partite sono poche e si rischia di piu’. Un tecnico che fa 38 partite in serie A, se lavora bene, il risultato ce l’ha, per una Nazionale tutto puo’ dipendere da un calcio di rigore. Se si ha fiducia nel lavoro di un tecnico – ha osservato – dobbiamo dimostrargliela e il calcio deve dare una prospettiva di sviluppo, deve essere un calcio che programma. Occorre fare programmazione perche’ i risultati sono il frutto di questo, non si possono avere risultati con un cambio di un nome. E’ il messaggio che cerchiamo di trasferire in termine di scelta strategica, sperando che venga accolto dalla gran parte del nostro calcio”.
Sul ruolo che Prandelli avra’, oltre quello di ct, e sulla possibilita’ di vederlo come coordinatore di tutte le nazionali, Abete sottolinea che “si e’ sempre molto interessato delle rappresentative giovanili ma siamo ‘coperti’ da un allenatore come Arrigo Sacchi come punto di riferimento e il rapporto fra Prandelli e Sacchi e’ ottimo”. Agi.