Napoli. Squadra nuova, soliti errori: difesa sotto accusa

Errare è umano, perseverare però è diabolico. Il Napoli contro il Porto cade negli stessi orrori commessi contro l’Arsenal. Addirittura riesce a fare di peggio, soprattutto in difesa, l√¨ dove da tempo la stampa e i tifosi lanciano segnali: c’è bisogno di qualcosa di più per colmare il gap con gli altri reparti.

Se ne sarà convinto anche Benitez che con tutta probabilità si sarà servito di questi test per carpire il reale spessore di alcuni punti interrogativi tra le fila azzurre. Fernandez e Dossena su tutti, ma riavvolgiamo il nastro e proseguiamo con ordine.

Benitez ribalta la squadra rispetto all’undici schierato contro l’Arsenal: una chance la concede proprio a tutti lo spagnolo che lancia Fernandez e Gamberini in difesa, dà spazio al giovane Radosevic, schiera un po’ a sorpresa Calaiò da prima punta.

L’inizio non è dei migliori: gli azzurri ‚Äì per l’occasione in tenuta da trasferta ‚Äì soffrono molto il caldo ed il Porto prova ad approfittarne, senza però mai riuscire ad impensierire realmente la difesa partenopea. Accade cos√¨ che nel primo tempo le azioni migliori sono tutte del Napoli: ci prova due volte Pandev, c’è il colpo di testa di Calaiò, insomma il Napoli l√¨ davanti c’è e si vede. Meglio Mertens di Callejon in fase di proposizione anche se l’ex blancos si dà un bel da fare in fase di ripiegamento. Sul finire di frazione ecco il rigore che sblocca il match: se lo procura e lo trasforma Pandev: esecuzione magistrale del macedone che si conferma l’uomo del momento in casa Napoli. Come con l’Arsenal, gli azzurri chiudono in vantaggio la prima frazione.

Nella ripresa però il copione cambia. Il Napoli è stanco, poco lucido e comincia ad arretrare verso la propria area. Benitez getta nella mischia Higuain ed Hamsik, schierato quest’ultimo da mediano. Una scelta infelice perch√© lo slovacco si rivela abbastanza sofferente in un ruolo che non è il suo. Il Porto invece viaggia in velocità che è una meraviglia e con il gioco in verticale mette in difficoltà gli azzurri: Quintero pesca Ghilas sul filo del fuorigioco ed il pareggio è servito. Il gol taglia le gambe agli azzurri che spariscono dal gioco. Si soffre sulle fasce, l√¨ dove soprattutto Dossena si rivela l’anello debole, sovrastato dal dirimpettaio Varela. Giovane ed ispirato è proprio il portoghese ad ispirare il gol del sorpasso: sul suo cross l’errore decisivo lo commette Fernandez che anticipa Ghilas ma infila la sfera nella propria porta. Sfortuna? Certo, ma l’intervento, stilisticamente parlando, è goffo e tecnicamente inappropriato. Per l’argentino ormai non ci sono più alibi: la difesa a quattro è il suo habitat eppure gli errori sono sempre gli stessi. L’azzurro proprio non gli dona ma a partire potrebbe non essere il solo. Anche Andrea Dossena sembra aver esaurito le sue carte: quando non c’è fiducia, quando c’è da giocare sotto pressione, lo si sente e prima o poi l’errore viene fuori. Il suo però è di quelli grossi: un vero e proprio assist per Lica che, sottoporta, saluta e ringrazia. 1-3 e gara in ghiaccio.

Prima lo spettro dei calci piazzati, ora gli errori dei singoli: i segnali d’allarme per il reparto difensivo ci sono, a Benitez urgono rinforzi. Da Londra però si torna a casa anche con alcune note liete: la prestazione del giovane Radosevic, la continuità di Pandev, la sicurezza di Reina, l’imprevedibilità di Insigne sono tutte note liete dalle quali ripartire per costruire il miglior Napoli. Aspettando il miglior Higuain, visibilmente provato da una condizione fisica ancora precaria, gli azzurri hanno tutto il tempo per arrivare con la giusta carica alla prima vera gara che conta: l’esordio a fine mese in campionato, contro il Bologna.

Foto: www.sscnapoli.it