Oggi di esattamente 6 anni fa fu scritta una, se non LA, delle più brutte pagine del calcio italiano.
Era infatti il 3 maggio 2015, si giocava la finale di Coppa Italia tra Napoli e Fiorentina: ma il fatto che fece, e fa tuttora, indignare tutto il popolo italiano avvenne fuori dallo stadio. Ciro Esposito, tifoso napoletano di 31 anni, venne coinvolto negli scontri susseguiti ad un agguato tra ultras della Roma e tifosi azzurri, a pochi chilometri dallo stadio “Olimpico” di Roma. Scontri che non si consumarono “solo” dal contatto fisico tra le tifoserie, ma anche dall’uso di armi da fuoco.
Una di queste venne usata da Daniele De Santis, ultrà romanista che da l√¨ a poco diventerà uno degli “ultrà” più ricordati e odiati dal movimento calcistico italiano. Lo divenne perchè dalla sua pistola partirono i colpi che raggiunsero e uccisero Ciro Esposito, che mor√¨ dopo 53 giorni: il 25 giugno 2014. Daniele De Santis al termine del processo è stato condannato a 16 anni di carcere ma nessuno dimenticherà l’indignazione e lo schifo provocato dal suo gesto, con il tentativo di accusare Ciro Esposito di averlo sparato.
Seguirono i funerali a cui parteciparono frange di tifosi di tutte le squadre non solo di Serie A, ma anche di Serie B, Si commosse tutta l’Italia, calcistica e non. Nacquero associazioni, movimenti contro la violenza, squadre di calcio a cinque in suo onore, sperando che la sua morte portasse buon senso tra le fila dei tifosi più radicati e violenti. Ad oggi, però, nulla è cambiato e la strada è lunga nonostante Antonella Leardi ci metta sempre e comunque la faccia cercando di estirpare il male più grande dello sport più bello del mondo.
Sei anni sono passati, ma nella mente di ogni tifoso o addetto ai lavori partenopeo Ciro Vive.
Davide Brasiello
Cristina Mariano