Napoli e le sue contraddizioni, ne parlava tempo fa il noto giornalista e scrittore partenopeo Maurizio De Giovanni, raccontando gli stereotipi e la bellezza del capoluogo campano per la versione web di Panorama. Alle contraddizioni non si sottrae nemmeno la squadra della città, il Napoli, più precisamente il presidente Aurelio De Laurentiis.
LA MONETA E’ VILE SOLO SE LA CHIEDONO
Quest’oggi si è tenuta la conferenza di presentazione del secondo ritiro degli azzurri, quello di Castel di Sangro. Il numero uno del Napoli incalzato dalle domande dei giornalisti non si è potuto sottrarre a parlare del tema di rinnovi contrattuali. Oggetto delle questioni poste, le situazioni di Kalidou Koulibaly e di Dries Mertens, due punti di riferimento per la squadra e per il tifosi. Il primo nuovo capitano designato per il dopo Lorenzo Insigne, il secondo miglior marcatore della storia degli azzurri.
Il presidente si è rivolto ai due calciatori, parlando dei rinnovi contrattuali con una frase che fin da subito ha fatto rumore: “Dipenderà solo da loro vedere se la vile moneta è l’unica cosa che li può appagare o se vivere a Napoli”. Parole dirette a far intendere che se si vuole restare a Napoli e al Napoli bisogna accettare l’offerta della società e magari senza nemmeno trattare la cifra giusta, verrebbe da pensare. Sia chiaro chiedere un determinata cifra fa parte del gioco, in caso di cessioni, ma allo stesso modo lo diventa nella trattazione dei contratti.
Il denaro, invece, in caso di ingaggi diventa vile, ma in tema di cessioni si trasforma come per magia in moneta di scambio, in affare per la società e quindi assume nuove caratteristiche, da vile diventa conviviale, in un certo senso.
Una contraddizione in grande stile (nel corso della conferenza ha dichiarato anche che sono tutti cedibili, ndr) quella del patron degli azzurri, visto che chiede da sempre cifre monstre per i propri calciatori, ma che agli stessi non intende dare ingaggi più elevati. In questa estate sono attesi i famosi tagli agli ingaggi, comunicati di smentite a parte, per abbassare il tetto degli stessi. Quindi, la moneta diventa vile solo quando sono gli altri a chiederla, insomma, una questione di punti di vista.