È stata una prima parte di stagione a dir poco altalenate quella disputata da Alex Meret. Il portiere del Napoli, arrivato all’ombra del Vesuvio nel 2018 dall’Udinese per circa 26 milioni, con l’avvento di mister Gennaro Gattuso sulla panchina degli azzurri ha fatto davvero fatica a trovare una sua dimensione. Più volte, il tecnico calabrese ha mostrato di prediligere David Ospina all’estremo difensore ex Spal per la buona tecnica nei piedi del portiere colombiano. Una caratteristica che Alex Meret non ha ancora sviluppato, o meglio, affinato al fine di prendersi di diritto un posto da titolare inamovibile.
Il portiere classe 1997, con un grande potenziale tuttora non espresso a dovere, sin qui si è alternato con Ospina in modo continuo perdendo sicurezze e un posto fisso al centro del progetto. Questo ha portato l’estremo difensore scuola Udinese ha giocare davvero pochissime partite di cartello. Gattuso ha più volte fatto affidamento sull’esperienza e la tecnica del portiere colombiano, tenendo fermo in panchina Alex Meret nonostante sia stato uno dei principali protagonisti nella scorsa finale di Coppa Italia vinta ai rigori contro la Juventus. Stanno forse diventando troppe le panchine per il portiere di Udine. Questa situazione in casa Napoli non sta giovando affatto a Meret.
A confermare gli errori commessi nello sviluppo e la crescita del portiere 23enne è una statistica stilata da ‘Transfermarkt’. Infatti, a causa del poco spazio trovato sin qui, Alex Meret è diventato il calciatore italiano più svalutato del 2020. Una statistica che non lascia spazio ad interpretazione, attestando il periodo cubo del portiere dei partenopei. Meret il 1 gennaio 2020 aveva un valore di 40 milioni. Ora, invece, ne vale 25 per una perdita virtuale pari a 15 milioni (-37,5%). Dunque, il Napoli di Aurelio De Laurentiis sin qui non è riuscito a valorizzare un portiere che già da tempo è nel giro della nazionale. In questa particolare statistica, insieme all’estremo difensore azzurro ci sono anche Verratti, Jorginho, Bernardeschi ed Emerson Palmieri.
Nunzio Marrazzo
