E’ passata ormai una settimana dall’eliminazione dell’Italia ai playoff per i Mondial da parte della Svezia. Una settimana, che però non ha portato con sè gli strascichi di una delusione nazionale.
Anzi, probabilmente la partita di campionato contro il Milan e la giornata di Champions League hanno accentuato ancor di pi quell’amarezza per le scelte tecniche fatte in quella scellerata partita. All’unisono si è colpevolizzato Ventura per non aver schierato in nessuna dei due match, neanche a partita in corso, Lorenzo Insigne. Una colpa che gli fanno tanto i tifosi del Napoli, quanto i meno amanti del Napoli.
Due partite ci sono state da quel triplice fischio, tante polemiche, ma sopra tutto ha regnato l’aplomb con la quale lo stesso numero 24 di Frattamaggiore si sia svincolato da sterili polemiche che non avrebbero cambiato la situazione.
Lui ha risposto sul campo, forse come mai prima d’ora. L’amarezza per quell’eliminazione pare aver fatto scattare in lui un senso di leadership che nel Napoli ancora non si era visto. Sempre di cuore, sempre a sudar la maglia, ma le gesta di capitano non le aveva ancora vestite. Dove Marek Hamsik non riesce a fare, c’è l’ex Foggia e Pescara a sbraitare contro i suoi compagni.
Insigne ha aperto le marcature contro il Milan, ha servito l’assist per un gol clamorosamente sbagliato da Mertens, sempre nella stessa partita, ma soprattutto ha sbloccato il risultato nella partita contro lo Shakhtar Donetsk, un match da dentro o fuori per il prosieguo del cammino in Champions per gli azzurri.
Ai gol, però, hanno seguito un atteggiamento, che forse mai si era visto in campo, o che forse è stato semplicemente accentuato dalla voglia di dimostrare quanto davvero l’ex CT della Nazionale si sia sbagliato in quelle formazioni. Grinta, tenacia e voglia di far bene. Caratteristiche queste che Insigne porta con sè forse in una delle sue migliori stagioni con la maglia dei partenopei.
Cristina Mariano