NON C’E’ DUE SENZA TRE, ARRIVA ANCHE LA MATEMATICA: IL TRICOLORE E’ TUTTO PARTENOPEO
“Peppiniello, gli Scudetti passano a tre”, avrebbe detto il Principe Antonio De Curtis, maglio conosciuto come Totò. Una serata magica quella della Dacia Arena, che si collega direttamente con lo stadio Maradona, il filo conduttore manco a dirlo il Napoli e i suoi tifosi. Quindicimila in Friuli a sostegno dei partenopei, sold out invece a Fuorigrotta, tutti uniti in un solo battito per un solo grido di gioia: Napoli Campione!
Fuori dall’impianto napoletano, i tifosi azzurri hanno dato il via ore prime ai festeggiamenti, che ad onor del vero sono iniziati ufficialmente dopo la vittoria di Torino contro la Juventus. All’interno, invece, balla il Maradona sulla musica pompata nelle casse da Decibel Bellini. Una conrice di pubblico di fede azzurra in festa estusiasta del traguardo che sarebbe arrivato qualche ora più tardi.
Bastato un pari sofferto in trasferta e dopo 33 anni il sud Italia rivede lo scudetto, dopo 33 anni i napoletani sono sul tetto dell’Italia calcistica e l’anno prossimo indosseranno quella toppa tricolore vista solo ai tempi del grande D10S argentino Diego Armando Maradona.
LOVRIC AMMUTOLISCE GLI AZZURRI
Si accendono i semafori verdi verdi alla Dacia Arena. Il Napoli spinge subito all’attacco ad Undine, mentre al Maradona i tifosi sembrano spingere i calciatori alla conquista della vittoria. Una gara difficile, Osimhen e compagni in campo non si risparmiano inseguendo con forza il risultato positivo. A Napoli supporters azzurri seguono la partita in un assorto silenzio, ma pronti ad esplodere ad ogni accelerata. Non si muove una foglia alla rete di Lovric, che porta in vantaggio l’Udinese, poco prima del quarto d’ora di gioco.
Reazione lenta, compassata da parte degli uomini di Spalletti, che inseguono il pareggio, ma sembrano manchevoli dal punto di vista fisico, come se fosse quasi finita la benzina. Tanta difficoltà per gli azzurri anche in fase di costruzione del gioco, infatti sono ben poche le palle goal create e solo uno i tiri nello specchio. All’intervallo il Napoli ci arriva sotto di una rete e tanto da cambiare per raggiungere il traguardo scudetto.
OSISHOW A TINTE TRICOLORI
La ripresa dal Maradona si apre con il coro “Abbiamo un sogno nel cuore”, mentre il Napoli ad Udine riparte alla ricerca del pareggio che significherebbe scudetto. Tutt’altra pasta il secondo tempo degli azzurri, che riescono a trovare il pareggio con Osimhen. La rete infiamma letteralmente l’impianto di Fuorigrotta che diventa una bolgia. L’Udinese pare frastornata, ma abozza una reazione con Becao, ma è il Napoli a tenere meglio il campo, una situazione che fa andare in estasi i tifosi azzurri.
Partenopei gestiscono il vantaggio e Napoli si alimenta la festa col passare dei minuti. Il cronometro corre via e la “capolista se ne va” sempre di più spedita verso i terzo scudetto. Nei minuti finali non si gioca più alla Dacia Arena e si arriva al triplice fischio che espolodere Napoli e il Maradona, gli azzurri sono campioni d’Italia per la terza volta nella loro storia e dopo 33 anni di attesa di un popolo intero.
TABELLINO DI GARA
UDINESE CALCIO – SSC NAPOLI 1-1
Udinese (3-5-1-1): Silvestri; Becao, Bijol, Perez; Ehizibue, Samardzic, Walace, Lovric (78′ Arslan), Udogie (74′ Zeegelaar); Pereyra; Nestorovski. A disposizione: Padelli, Piana, Abankwah, Buta, Ebosele, Guessand, Masina, Semedo, Thauvin. Allenatore: Andrea Sottil
Napoli (4-3-3): Meret; Di Lorenzo, Rrahmani, Min-Jae, Olivera; Anguissa, Lobotka, Ndombele (64′ Zielinski); Elmas, Osimhen, Kvaratskhelia (85′ Lozano). A disposizione: Marfella, Gollini, Bereszynski, Demme, Gaetano, Juan Jesus, Ostigard, Raspadori, Simeone, Zedadka, Zerbin. Allenatore: Luciano Spalletti
marcatori: 13′ Lovric (U), 53′ Osimhen (N)
ammoniti: Ehizibue (U)
espulsi: //
angoli: 2-5
recuperi: 1’pt, 3’st
direttore di gara: Abisso
assistenti: Valeriani e Garzelli
IV uomo: Colombo
VAR e AVAR: Doveri e Paganessi