Stagione del pallone agli sgoccioli, con gli ultimi verdetti consegnati, o da consegnare, alla storia. Volge al termine un campionato atipico, con una classifica la quale, nella graduatoria più che nel divario, rispecchia pienamente i valori delle compagini. Libero da assilli di classifica, con il terzo posto in tasca da una settimana, il Napoli si presente a Genova, sponda blucerchiata, con l’intento di raggiungere, dopo due tentativi falliti, il record di dieci vittorie lontano dal San Paolo. L’obiettivo viene centrato, complice una Doria in vacanza da qualche settimana, e una prestazione convincente degli undici di Benitez. Proprio in casa, contro l’Hellas Verona, il Napoli chiuderà il campionato, in uno stadio vuoto: conseguenza beffarda, scaturita nel circo mediatico, dei noti fatti di Roma dello scorso 3 maggio, che hanno rovinato e rattristato un finale di stagione, calcisticamente positivo, coronato dalla conquista della Coppa Italia. Breve parentesi sui fatti ‘romani’. Nessuna meraviglia, ormai, di fronte al degrado sociale e all’atomizzazione della società; la stagione delle illusioni è ampiamente alle spalle. Eppure, gli striscioni di sostegno al presunto ‘pistolero’ del sabato di Coppa Italia, comparsi nella curva Sud, sono fuori ogni logica ‘umana’ (zero meraviglia), e fuori ogni logica ultras (meraviglia). La domanda è estremamente semplice, ma nasconde rischi enormi: dove si vuole arrivare? Vogliamo trasformare, con le debite proporzioni, Roma-Napoli, in uno scontro Palestina ‚Äì Israele? Un pericolo che va considerato da tutti, anche perch√© una rivalità simile rischia di andare ben oltre il perimetro strettamente calcistico. La speranza è che, terminato questo battage mediatico, la situazione possa rientrare nell’alveo della più o meno accettabile rivalità calcistica. A proposito di calcio, pur trovandoci a fine stagione, rinviamo il tempo dei bilanci alla settimana prossima, con l’annata conclusa definitivamente. Per ora ci limiteremo a promuovere questa stagione azzurra, che ha portato in dote un terzo posto, la vittoria della Coppa Italia, una buona Champions’ League, e un’apparizione in Europa League amara e un pizzico sfortunata. In campionato, la delusione è determinata dall’abissale distacco rispetto alle prime due posizioni in classifica. Una differenza che si presta a una doppia lettura: da una parte, va considerato il cammino pazzesco, al limite dell’umano, delle due battistrada; dall’altra, i punti letteralmente persi dal Napoli, in quelle sfide alla portata, sulla carta. Un dato su tutti: contro due delle tre formazioni retrocesse, il Napoli ha perso 4 punti; altrettanti contro Chievo e Sassuolo, le due compagini invischiate nella lotta per non finire in cadetteria. Ovvio che la forbice si sia allargata ulteriormente, quando sono venuti a mancare i giusti stimoli, e le motivazioni si sono assottigliate: non sono forse un caso le ultime due sconfitte subite dalla Roma, dopo che anche Garcia ha ‘ufficialmente mollato’ ogni velleità di scudetto. Bisognerà quindi ripartire da questi aspetti, consapevoli che ogni volontà di vittoria, oltre che da un rafforzamento della rosa, passa per le delicate sfide contro le ‘piccole’, passa dal mostrare e dall’avere ‘fame’, sempre. Intanto, una delle nostre storiche bestie nere, il Bologna dei simpatici Kone (incubo della passata stagione) e Bianchi (a secco dopo la doppietta contro il Napoli, chiude la stagione con 3 reti all’attivo…) ci lascia: l’anno prossimo giocherà in B, con nostro sommo dispiacere! Nessuna ironia, invece, con gli amici etnei, ai quali va l’augurio che possano imitare i loro ‘cugini’ rosanero, tornando subito nella massima serie. Rientriamo ‘in-topic’, per qualche ‘brindisi’! leviamo i calici per il ritorno in campo, dopo tempo immemore di Zuniga; per il finale di stagione in crescendo e da protagonista di Insigne; per il gol di Zapata (e magari scoprimmo che anche il molosso colombiano tanto male non è; urge comunque un ‘vero’ vice Higuain); e ancor più per il gol di Sua Maestà Marek Hamsik! A Marassi il nostro slovacco ha ri-trovato la via, smarrita da troppo tempo, della rete! Era ora, nostro Capitano!
Pasquale Lucchese
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