Il Napoli ospita al San Paolo l’Atalanta della bestia nera Giampiero Gasperini. I nerazzurri ormai arrivati ad un punto in cui non hanno nulla da chiedere a questo campionato non fa certamente regali alla squadra di Carlo Ancelotti ancora amareggiata dall’eliminazione dall’Europa League che mette l’etichetta “fallimentare” sulla stagione dei partenopei.
Vincere con l’Atalanta per provare a dimenticare quel Napoli-Arsenal che ha solo confermato l’uscita dalla terza competizione stagionale. Il Napoli, quindi, scende in campo con la voglia di far bene e di fronte ha una squadra che certamente non vuole tornare a casa con la coda tra le gambe e giocando con il freno a mano tirato. Sin dalle prime battute, infatti, gli azzurri e i bergamaschi alzano i ritmi, complice una pioggia fitta che rinfresca e permette un gioco veloce e propositivo per tutte e due le formazioni. Nei primi minuti, però, gli azzurri devono rinunciare a Chiriches che causa un infortuna alla spalla deve lasciare il posto a Luperto. Il difensore dal sangue salentino preleva nel migliore dei modi il compagno, riuscendo a supportare Koulibaly in maniera efficiente.
I reparti più avanzati fanno il loro dovere e lo fanno lasciando a bocca aperta in particolare in un’azione che porta Zelinsky andare vicinissimo al raddoppio. Rompe l’equilibrio Mertens, alla sua ottantesima rete con la maglia del Napoli, con un colpo di lato B che a primo acchito ha dato l’impressione di un autogol di Mancini. E’ Mertens, però, l’autore del gol che porta in vantaggio i partenopei. Nel corso nel primo tempo, l’Atalanta gioca, ma viene tenuta alla larga dalla zona rossa della metà campo casalinga, mentre il Napoli potrebbe allungare con lo stesso numero 14,, ma anche con Zelinsky e Milik. Tiri non precisi, Atalanta fortunata, Gollini sempre sul pezzo. Solo nel finale della prima frazione di gioco Ospina si scalda i guantoni su un tiro di Gomes che lo costringe ad una parata plastica.
Nella ripresa Gasperini mischia le carte, ma l’intervento fatto dall’ex Genoa dà i suoi frutti solo con il passare del tempo. Il Napoli inizia meglio e sfiora il gol con Milik che azzarda un pallonetto a Gollini battuto. Ci pensa il piedone di Masiello a impedire il raddoppio azzurro. Un centimetro che cambierà la storia del match. Risultato salvato, Napoli depresso e Atalanta che sale in cattedra, rigenerata da un’occasione che per i restanti 80 minuti sarà l’ultima più concreta per gli uomini di Ancelotti. La banda della Dea atalantina inizia a giocare secondo le sue regole, quelle che hanno sempre fatto pagare dazio al Napoli, qualsiasi allenatore ci fosse in panchina. Giocate tecniche, con cattiveria e velocità. L’ingresso di Ilicic alza l’asticella e la qualità davanti e non a caso le azioni più pericolose passano da lui. Dopo i tanti gol sbagliati i padroni di casa devono fare i conti con il pareggio siglato dall’ex di turno Duvan Zapata. Il puma colombiano punisce la sua ex squadra, galvanizza i compagni e abbatte psicologicamente il Napoli che non riesce più a reagire. All’85’ arriva anche il raddoppio dei nerazzurri, con Pasalic, ma lo zampino di Zapata c’è ancora. Assist dell’ex Sampdoria e azzurri che solo negli ultimi cinque minuti ricomincia a giocare come sa. L’inserimento di Younes dà un guizzi in più nel reparto offensivo. Il tedesco sfiora il gol, prima con un pallone troppo centrale per impensierire Gollini, poi con un tiro che finisce fuori. In pieno recupero il Napoli deve fare anche i conti con un fallo di mano nei pressi dell’area di rigore non ravvisano come irregolare da Orsato. Ancoura Yones ad artefare il tentativo. Sulla fascia ci prova, invece, Malcuit con i suoi cross, ma troppo imprecisi nella seconda frazione di gioco.
Cade il Napoli, quindi, al triplice fischio del direttore di gara. Azzurri sfiduciato e rassegnato, paga dazio con la bergamasca che ancora una volta scippa punti al Napoli. Atalanta in ottica Champions e Gasperini che si ingolosisce.
Cristina Mariano