Napoli. Ad Udine salta il tappo, squadra poco abituata a gestire la pressione

Napoli cade ad Udine. Non c’è da fare drammi, le statistiche lo avevano previsto, anche se l’andamento delle due squadre aveva dato spago a nuovi e diversi scenari, nei quali il Napoli avrebbe dovuto massacrare come un rullo compressore la piccola Udinese, che lotta tra la salvezza e la retrocessione. Cos√¨ non è stato.

Parte la consueta caccia alle streghe, vestite chiaramente di giallo fluorescente e con il fischietto in bocca. Parte la denigrazione del povero Gabriel, che all’esordio ha visto che conta più la papera su Zapata, che un rigore e mezzo parato con contorno di un paio di parate miracolose. Tutto questo non conta, conta la poca lucidità nel travestirsi da difensore e marcare l’attaccante colombiano di casa Udinese, ma di proprietà del Napoli lasciando la porta sguarnita. Un revival di un certo Fiorentina-Napoli, stagione 2013/2014, in cui Reina preso da una strana follia decide di seguire Matri fino all’altezza della bandiera. Il seguito è storia: gol di Joaquin. La memoria, però, non è gentildonna e si lascia manipolare in base a ciò che meglio aggrada tenere in mente.

Ripercorriamo Udinese-Napoli cercando di trovare una lucida, obiettiva e sensata spiegazione alla sconfitta.

Maurizio Sarri ha le sue colpe. Ci siamo sempre ritrovati a inneggiare l’allenatore, ma per correttezza e giustezza è il caso di sottolineare quando si sbaglia. La squadra azzurra ha passato due settimane con l’assenza di 12 giocatori nazionali di cui 6 titolari e 3 prime riserve come El Kaddouri, Chiriches e Mertens. Alcuni rientrati appena un paio di giorni prima della partita, giusto in tempo per fare un solo allenamento e la rifinitura. Quasi tutti sono stati impiegati e quasi tutti hanno viaggiato, ancor di più Higuain che ha affrontato due viaggi intercontinentali.

Come accaduto nel Clasico tra Barcelona e Real Madrid, dove i giocatori blugrana hanno ceduto il passo alla fatica del rientro dalla sosta nazionali, è stato evidente anche a Udine che la squadra era sulle gambe. La dimostrazione è stata soprattutto nel fatto che Ghoulam non riusciva a tenere il passo di Widmer, anche perch√© non supportato come al solito da Insigne ed Hamsik. Lo stesso slovacco è apparso statico e non nel mezzo delle azioni di attacco e difesa, come invece fa solitamente. In difesa, Koulibaly è apparso distratto e non sul pezzo. Lo stesso agente del senegalese ha dichiarato che il giocatore si aspettava un turover, che evidentemente non c’è stato e la partita ne ha risentito e non poco. Una squadra statica contro un’avversaria che non ha corso a 100km/h, ma che è riuscita a mettere in difficoltà gli azzurri in ogni zona del campo. L’attacco ha prodotto una sola palla gol. Un fenomeno straordinario, per una squadra che ha il miglior attacco della Serie A. Anche i rigori, ingenuità di calciatori che non riuscivano a trattenere gli avversari.

Allora perché puntare il dito contro il direttore di gara?

Higuain si è fatto espellere, prendendo due cartellini gialli del tutto inutili. Il primo per aver allontanato il pallone dopo che Irrati aveva fischiato il fuorigioco, il secondo per un fallo di reazione su Felipe. Tutto in circa dieci minuti.

I commentatori di Sky hanno parlato di coperta corta. Davvero? O è semplicemente emerso un limite di Sarri? In fondo l’allenatore l’ha sempre dichiarata la sua poca sintonia con il turnover e questa partita lo ha dimostrato. Era la paura di tutti: vedere sempre gli stessi undici in campo senza lasciar riposare quelli più utilizzati ed in affanno come Hamsik o Allan o lo stesso Higuain.

Andiamo ora ad analizzare la questione disciplinare. Si sta creando il caso Higuain, perch√© nella sua proporzionata sfuriata contro il direttore di gara e l’intero stadio praticamente, pare aver messo le mani addosso a Irrati. Parte il confronto con quanto accaduto tra Bonucci e Rizzoli durante il derby. In quell’occasione il centrale juventino avrebbe sfidato a duello l’arbitro avvicinandosi minacciosamente con la testa a quella di Rizzoli. Nessuna sanzione. Precisiamo. Quel che accaduto a Torno non è diverso da quanto accaduto nel capoluogo di provincia friulano. Higuain ha preso il secondo cartellino per il calcio avversario e non per aver affrontato Irrati. La squalifica, quindi, a meno che il referto arbitrale non riporti altro, è comunque di una giornata. Quindi, stando a questo, fino a domani cade ogni tipo di complotto anti-napoletano. Inoltre: le decisioni sui rigori concessi all’Udinese sono sacrosanti. Due falli sugli avversari, entrambi in ritardo. Non c’è dubbio in merito.

Ecco, quindi, che è il caso di archiviare la vicenda, tirare le somme di quanto fatto sinora e di quanto si può e deve ancora fare e – seguendo l’imperativo di capitan Hamsik – “reagire subito pensando all’Hellas”.

Cristina Mariano