Per tornare a sentire il profumo inebriato di alta classifica bisogna aver assaporato l’acre sapore di cadute dolorose. Lo sa il popolo che gremisce gli spalti della “Cullineda”, quante scorribande a San Siro con Giacomo Corona capopolo. Lo sa altrettanto bene chi è caduto con troppa forza,rompendo le porte di incubi talmente vividi da essere diventati obrobiose realtà. Ma del resto, il dolore è l’inizio della guarigione.
Dallo stadio “San Filippo in Franco Scoglio” di Messina, benvenuti al racconto di ACR Messina-Benevento. Risalire e salire, due modi diversi di intendere la stessa parola per la banda Raciti che sente l’odore delle sabbie mobili playout, e per gli uomini di mister Andreoletti che ha la ghiotta opportunità di diventare di diritto la vice Juvestabia.
La gara- Dopo il consueto minuto di silenzio per le vittime dell’alluvione di Toscana, pronti a partire. Momenti iniziali di grande studio,poco succede allo Scoglio. I ritmi sono davvero molto bassi, si fa fatica a trovare lo strappo decisivo. Prima conclusione di rara bellezza per azione e preparazione di Cavallo, attento Paleari blocca. Sponda di Emmausso lasciato troppo libero, ci prova Scafetta che cicca però severamente.
Oltre la mezz’ora dopo 10 minuti di nulla, Giunti da casa sua, controlla Paleari. Si desta il Benevento sulla fine della prima frazione, azione personale di Improta, serie di finta e palla per Ferrante. L’uruguaiano controlla, aggiusta,resiste alla carica pleroritana e ci prova, traversa piena. Sulla prima vera emozione della prima frazione si spegne anche la prima parte di partita, leggermente meglio il Messina ma il Benevento spaventa.
La ripresa inizia con le armi dalla panchina,dentro Bolsius e Marotta, out Talia e Ferrante. Clamorosa occasione confezionata dai due neo entrati,scappa via Bolsius che si prende il fondo e mette in porta Marotta, da due metri il Diablo calcia nei guantoni di Ermanno Fumagalli. Il vantaggio però è rinviato,di solo 60″. Solito gioiello di Ciano, pralina al pistacchio della vicina Bronte per la testa di Improta, terzo tempo e fame famelica di Speedy Gonzales saziata.
Il Benevento passa in vantaggio, la reazione del Messina arriva con la palla tagliata di Emmausso per Ragusa che prende di controtempo Berra, palla out. Ancora Bolsius-Marotta, azione identica a quella precedente alla rete dei Sanniti, stavolta la punta ci prova di testa, la prodezza della domenica di Fumagalli mette sulla traversa. Ultima emozione della gara di fatto, c’è tempo solo per commentare la sciocchezza di Ortisi che già ammonito stende a palla lontana Marotta e viene espulso.
Vittoria di grande importanza per il Benevento che ha espugnato il San Filippo di Messina grazie a una marcatura di Improta, giunta dopo sei minuti dall’inizio del secondo tempo. Per la Strega è l’undicesimo risultato utile consecutivo, con un secondo a posto a due lunghezze dalla capolista Juve Stabia.
Messina (4-3-3): Fumagalli; Lia, Polito, Manetta, Ortisi; Scafetta (36’st Luciani), Franco (14’st Buffa), Giunta (30’st Firenze); Emmausso (36’st Zammit), Plescia, Cavallo (14’st Ragusa). A disp.: De Matteis, Di Bella, Darini, Pacciardi, Tropea, Salvo, Frisenna, Zunno. All.: Modica
Benevento (3-4-2-1); Paleari; El Kaouakibi, Pastina, Berra (37’st Benedetti); Improta (32’st Capellini), Talia (1’st Bolsius), Agazzi, Masciangelo; Ciano (17’st Kubica), Karic; Ferrante (1’st Marotta). A disp.: Manfredini, Nunziante, Alfieri, Pinato, Tello, Rillo, Viscardi, Masella, Carfora, Ciciretti. All.: Andreoletti
Arbitro: Frascaro di Firenze. Assistenti: Dell’Orco di Policoro e Decorato di Cosenza. Quarto ufficiale: Dania di Milano
Marcatore: 6’st Improta
Note: Espulso al 45’st Ortisi. Ammoniti Talia, Ortisi, El Kaouakibi, Berra, Karic. Minuti di recupero 0’pt