Inizia una nuova stagione per La Cantera Portici, scuola calcio vesuviana che proprio per una nuova stagione ha aperto le porte a nuove società. Un accordo a tre per la Cantera che si ingrandisce aumentando il proprio lavoro sul territorio napoletano nella valorizzazione di nuovi talenti.
“Parte una nuova stagione con un novità -racconta Gennaro Ciotola– Da quest’anno c’è l’affiliazione con la New Team San Giovanni e la Pro Calcio Portici, tre realtà serie del panorama calcistico regionale di cui il presidente è Ciro Formisano e io sono il direttore sportivo. Abbiamo ampliato i nostri raggi d’azione, sarà una buonissima annata. Ci alleniamo sempre nell’impianto sportivo di San Giovanni a Teduccio, di cui è proprietaria la società. Abbiamo compiuto un altro passo avanti per la crescita dei nostri ragazzi”.
Per soffermarci sul nuovo progetto: “Più che affiliazione per noi è una grande famiglia perchè siamo pochi a gestire questo progetto. Abbiamo gli allenatori scelti e selezionati da noi. Le responsabilità aumentano, il bacino è più grande. Al momento abbiamo 200 bambini: a San Giovanni a Teduccio facciamo l’agonistica, mentre nell’altra struttura a Portici le categorie dei più piccoli. Il numero è aumentato, ma noi partiamo sempre dallo stesso presupposto, questo di permettere la crescita dei nostri ragazzi”.
Già nella scorsa annata la Cantera ha portato vari ragazzi nelle formazioni professionistiche: “Diciamo che lo scorso anno è stato un bel mix tra i risultati sportivi e piazzamenti di calciatori. Abbiamo portato Vinciguerra al Cagliari, società nella quale io lavoro, ragazzi alla Salernitana, alla Paganese, alla Cavese. E’ stato fatto un buon lavoro. Quest’anno spero di migliorarci ulteriormente”.
La Cantera sul territorio napoletano è una delle scuole calcio che può dirsi una fucina di talenti. Una smentita verso chi crede che in Italia non ci siano più i talenti di una volta: “Noi cerchiamo di curare nei minimi dettagli tutti i nostri ragazzi, non a caso quest’anno abbiamo incrementato le ore di allenamento, abbiamo creato una palestra sul campo per farli migliorare anche nel punto di vista atletico. Noi puntiamo sulla realizzazione dei calciatori a 360¬∞”.
Uno dei principali problemi nei settori giovanili riguarda la mancanza di voglia di investire, ma anche l’assenza di strutture idonee: “Noi come società dilettante, New Team/Cantera Portici a livello di strutture non possiamo lamentarci, difficoltà non ne abbiamo essendo strutture del presidente. Quello delle strutture comunque è un problema d’Italia, nel Nord un po’ è migliorato ma al sud siamo ancora indietro anche perchè mancano i posti dove costruirle. Poi è chiaro è che il gap si vede. Rispetto all’Europa fino ai 14 anni non abbiamo niente da invidiare, dai 14 anni in poi inizia a contare il modo di allenarsi, le strutture e quindi si vede ancora il gap, nonostante ci siano delle strutture di livello anche in Italia”.
Lente d’ingrandimento sui 14enni, piazzamento, ma poca valorizzazione: “Noi quest’anno abbiamo creato un nuovo progetto. Abbiamo creato un gruppo 2004 per dare modo ai ragazzi che non è riuscito ad arrivare nei professionisti o che è stato bocciato troppo presto e vengono inseriti nel nostro organico per permettere loro di allenarci. Noi, purtroppo, non abbiamo pazienza, in Italia, perchè c’è l’allenatore che vuole far carriera, il club che vuole vincere ma non vuole progettare, vogliamo vincere subito. Questo è un aspetto negativo, non aspettiamo e questo porta a molti ragazzi di 16 anni a non voler più giocare a calcio e cose simili. Non Aspettiamo il ragazzo”.
Esempio non di questo tipo riguarda l’ex Juventus Keane: “Keane va valutato come giocatore italiano, essendo cresciuto in Italia. noi siamo un paese ancora poco globalizzato. Mi viene in mente la Francia, dove di francese francese non c’è nessuno, ma sono giocatori provenienti dalle loro colonie. Keane doveva essere valorizzato in Italia, non doveva essere venduto. Io credo che la federazione dovrebbe mettere un paletto per le cessioni all’esterno nei nostri talenti italiani, perchè solo cos√¨ possiamo crescere. Negli anni ’90 eravamo un paese molto forte perchè lavoravamo con il frutto nei nostri vivai, adesso vogliamo i miracoli da calciatori stranieri. Ma cos√¨ facendo non cresceremo mai, specie se vendiamo i nostri prodotti italiani”.
Per quel che riguarda, in senso opposto, le acquisizioni di stranieri: “Credo che bisogna mettere una regola in cui si obbliga le squadre a schierare calciatori italiani in campo, non del settore giovanile. Prendiamo per esempio Keita dell’Inter, ha fatto le giovanili nella Lazio e viene dichiarato come cresciuti in Italia. E’ questo che non va bene, Bisogna mettere dei paletti sui calciatori italiani che vengano schierati con obbligatoriamente. Poi in seconda istanza mettere un limite all’acquisizione di stranieri. Le Primavere in Italia sono piene di stranieri, per lo più slovacchi, sloveni perchè sono più pronti, ma questo non vuol dire che siano più forti. Il discorso è che loro lo vedono giocare in Serie A, mentre i nostri giovani sono ancora nell’U17. In Italia manca il coraggio di aspettare il giovane, ma c’è ancora chi come me sul territorio lavora per la valorizzazione dei calciatori italiani, dovrebbero farlo tutti, altrimenti il calcio italiano è destinato alla morte”.
Tornando alla Cantera e ai primi colpi piazzati: “Questa settimana un nostro 2004 ha sostenuto allenamento con il benevento, Giuseppe Caldiero. Nei prossimi giorni Bologna 2004 Ramaglia 2006, Giuseppe Centanni, centrocampista 2006 che saranno in prova con la Virtus Entella. Guarracino, Stanzione, e Bologna, già citato prima, andranno in prova al Teramo. Ci stiamo già muovendo per valorizzare i nostri giovani. Successivamente anche altri giocatori andranno in altre realtà, lo stesso Onda tornerà al Cagliari, dove partecipò ad un torneo l’anno scorso”.
Cristina Mariano