Italrugby, il medico federale Niccolò Gori:” In prima linea per la sicurezza dei ragazzi”

La scorsa settimana si è svolto il primo raduno dell’Italrugby a Parma dopo 3 mesi di stop, nei scorsi giorni i ragazzi come il capitano Luca Bigi e il coach Franco Smith hanno raccontato di un allenamento non facile ma molto utile per ritrovare la sintonia sia fisica ma soprattutto mentale per un’eventuale ripresa che dovrebbe esserci nel mese di ottobre, oggi però ai microfoni della Federazione a dare un punto di vista più tecnico per quanto riguarda la salute dello staff e della rosa e delle norme di sicurezza anticovid è stato il medico federale Niccolò Gori in prima linea nella gestione del raduno:”Il raduno da quando è stato deciso, la priorità mia e dello staff è stata quella di mettere gli atleti nella massima sicurezza e trasparenza a scopo di prevenzione. All’arrivo tutti sono stati sottoposti a test sierologici dopodiché sono state consegnate delle mascherine perché nelle attività non di campo come riunioni, buffet e viaggio in pullman hanno l’obbligo del distanziamento sociale, durante la distribuzione delle camere invece abbiamo dovuto dividere i ragazzi singolarmente perché non essendo conviventi non possono condividere spazi stretti insieme. Nel caso un ragazzo avesse sintomi viene messo immediatamente in una camera isolato e tramite la nostra rete sanitaria vengono effettuati gli esami necessari e se risultasse positivo verrebbero prese tutte le misure per i soggetti stretti”. Il Dott. Gori conclude con un resoconto fisico dei tre giorni di raduno dei giocatori che non allenandosi da tre mesi ha portato ad alcuni giovamento mentre altri hanno avuto più difficoltà:”Di questo stop forzato ci sono lati positivi e negativi, positivi perché gli atleti che hanno già qualche anno di rugby sulle spalle, hanno avuto la possibilità di lavorare su qualche acciacco o infortunio che nella continuità delle partite non avrebbero avuto la possibilità di risolvere, mentre i negativi è che magari ci sono infortuni più frequenti infatti in panchina ci sono già piccoli infortuni muscolari ed è inevitabile per un’atleta professionista abituato ad allenarsi tutti i giorni e a giocare tutti i fine settimana”