Il Giugliano si riprende, torna a vincere e annichilisce il Foggia con un roboante 4-1, Nell’anticipo del girone C della serie C, la squadra di Bertotto, dopo qualche difficoltà, schianta i pugliesi
Non aveva mai vinto il Foggia in casa del Giugliano, attualmente allenato da Valerio Bertotto, che si riprende e torna al successo. Rossoneri battuti in rimonta (4-1) al De Cristofaro dopo un avvio di gara decisamente sotto tono. Per i pugliesi, di certo questo momento storico non suggeriva clamorosi exploit. Resta tuttavia il dubbio su che tipo di partita sarebbe venuta fuori senza la sconsiderata espulsione beccata da Di Noia per proteste poco dopo il primo quarto d’ora del match.
Il Foggia era da poco passato in vantaggio grazie a Embalo e sembravano in controllo del match. Con l’uomo in meno, è cambiato tutto. La squadra è riuscita a resistere fino a dieci minuti dalla fine. Le speranze di uscire almeno con un punto si sono infrante sulla inzuccata di Sorrentino, un minuto dopo il suo ingresso. Gol che ha aperto le danze a una goleada che, per fortuna, si è fermata sul 4-1
C’è un pre e un post nel primo tempo di Giugliano-Foggia. L’avvio è sicuramente da evidenziare tra le cose virtuose. Non solo perché il Foggia trova il vantaggio con una perfetta ripartenza che vede protagonista l’ultimo arrivato Millico che serve un perfetto assist per la volée mancina di Embalo, ma anche per l’atteggiamento e una apprezzabile fluidità di gioco. Nulla che lasci pensare che ogni problematica è stata azzerata, ma segnali di passi in avanti sì. Per un quarto d’ora abbondante è un bel Foggia, più a suo agio nella costruzione dal basso, ma anche nella fase di immediato recupero palla. Poi arriva il post. Che riguarda l’espulsione di Di Noia.
Il ritrovato mediano in pochi secondi rovina tutto: prima concedendo ingenuamente una punizione dal limite ai padroni di casa che gli costa il giallo, poi reiterando le proteste, appesantendole troppo, evidentemente, visto che Mucera di Palermo decide di sventolargli il rosso. Foggia in dieci e partita che gioco forza cambia. Perché Coletti deve rinunciare a Schenetti per inserire Frigerio e, contestualmente, i due esterni alti sono chiamati a un plus di lavoro in fase di non possesso.
Anche Bertotto ha dovuto fare un cambio, ma l’uscita di Menna è dovuta solo a problemi fisici. La squadra, come logica impone, prende campo e fiducia, forte dell’uomo in più. Anche se, per la verità, la retroguardia rossonera non corre grossi rischi, almeno fino alla bella e un po’ fortunosa conclusione volante di Ciuferri, su invito dalla sinistra di Yabre: il pallone batte a terra per poi diventare un beffardo lob che scavalca Nobile.
Uno a uno e tutto da rifare. Fortunatamente, il Foggia non accusa il colpo: la conclusione dalla distanza di Marino (fuori misura) è il segnale di una squadra che con la testa c’è. La successiva ripartenza che porta la squadra di Coletti a presentarsi a ridosso dell’area in superiorità numerica è una incoraggiante conferma.
Nel secondo tempo, Coletti si affida a Riccardi. Con un uomo in meno c’è bisogno di fisicità dietro. La squadra di Bertotto prova ad alzare ritmo e baricentro, ma la partita non si sblocca. I meriti dei ragazzi di Coletti e i demeriti dei padroni di casa si equivalgono. La pericolosità dei campani sta tutta in una conclusione di Gladestony all’8’ che dà solo l’illusione del gol. Il Foggia fa più fatica ad affacciarsi dalle parti di Russo, vuoi per il sopraggiungere della stanchezza, vuoi anche perché Tonin fa fatica a fare lavoro di raccordo.
L’innesto di Beretta per Embalo, con dirottamento del 9 a sinistra, ha forse proprio quella funzione. Ma non alza la pericolosità offensiva dei satanelli. Più determinanti sono i cambi di Bertotto, in particolare l’ultimo: Sorrentino impiega un minuto per bucare la porta di Nobile sugli sviluppi di un corner. Game, set and match. Il Foggia sparisce dal campo e Nobile si prende, negativamente, la scena: prima regalando a Sorrentino addirittura la doppietta con una respinta di pugni rivedibile, poi regala la gloria all’ex Balde -anche lui entrato da poco- con una uscita fuori area da film horror.
La maniera peggiore per chiudere una serata che sembrava potesse regalare timidi sorrisi.