IL DUBBIO – Napoli, ma non è meglio stare con ADL?!

Un editoriale può essere un punto di sfida verso il pensiero unico imperante.
Può essere un punto di domanda in più, sotto il solleone estivo o nelle fredde giornate invernali.
Può servire a stimolare quantomeno commenti o, magari, riflessioni.
Ecco, è da tre principali punti che nasce questo nuovo appuntamento settimanale del nostro amato sito apertissimo a tutti i Vs. commenti.
Appuntamento che esprime, è bene dirlo, l’opinione personale di chi scrive e che non rappresenta la linea giornalistica o di pensiero n√© della testata n√© del suo editore.
Poco importa presentare chi scrive, importa invece dedicarsi alle sfide in lettere e poi sul campo che interessano tutti gli appassionati di SPORT CAMPANIA e dintorni.

Ma non è meglio stare con ADL?!

Il primo tema riguarda il Presidente del Napoli, ultimamente al centro di ogni discussione. Non vogliamo fare apologie ovvero difese a prescindere, che se da un lato non servono, dall’altro non cambiano la rotta del Presidente che, come giusto, va dritto per la sua strada.

L’invito che si fa da questa colonna è ad uno sforzo di memoria. Quella memoria collettiva che troppo spesso nel nostro Paese è una chimera. L’invito non è rivolto ai nostri padri o ai nostri nonni, bens√¨ a noi stessi, alle generazioni dei 20/40enni che ricordano le ceneri della SSC Napoli che fu.

Invito il gentile lettore a ricordare, mentre il sig. Cavani atterra a Parigi, già, proprio adesso e specialmente adesso, l’estate del 2003 e del 2004. Eravamo s√¨ più giovani tutti, forse troppo alcuni, non si vedeva cos√¨ nero il futuro come oggi; eh s√¨ faceva molto più caldo e, nonostante questo, come sempre, per le strade delle nostre città si giocava a calcio. Un pallone le solite porte di fantasia come sempre, da sempre.

Cosa Vi chiedo di ricordare di quel periodo? Non le partite di Coppa Italia (si usc√¨ con la Ternana, mica il Milan), non i 10.000 spettatori col Venezia a metà campionato, bens√¨ quei ragazzi per strada. I nostri nipoti, figli, figli di amici e forse proprio noi. La maglia azzurra aveva lo sponsor di una nota Pasta delle nostre terre (ora fallita, bei tempi eh?!?); lo sponsor tecnico era anch’esso delle nostre zone (Scafati e dintorni..e almeno questa società esiste ancora!); ci salvammo a stento dalla serie C con Dionigi capocannoniere azzurro.

Chi di quei ragazzi aveva le maglie del Napoli? Chi con la maglia di Rubens Pasino? Chi con la 21 del pur napoletano Troise?

Beh io ne ricordo davvero pochi. Adesso non tutto deve essere giustificato con la canzonetta del Presidente magnanimo che ci raccoglie dalla C e ci riporta in Champions però‚Ķ Però proviamo a guardarla da un altro punto di vista, quanti nostri ragazzi abbiamo perso in quegli anni? Quanti hanno iniziato a tifare altre squadre e città perch√© per la propria non si riusciva, non si poteva? Quanti ragazzini erano ammaliati da Trezeguet o Baggio (che pure giocava nel Brescia) e quanti da Bonomi?

Insomma questo signore ci ha restituito se non i titoli, se non il blasone, quantomeno la possibilità di non perdere i nostri giovani, la possibilità di creare una cultura azzurra in loco fortissima.

La certezza che nascere tifoso o patuto per una strisciata del nord rappresenterà un sicuro isolamento poi, giusto o sbagliato che sia.

La possibilità di discutere di Dzeko o Torres, di salutare senza lacrime il Matador, mica Dionigi, questa di certo merita fiducia!

Ai prossimi dubbi.

 

Paolo Spagnuolo

 

Le_Doute_de_Joseph

il quadro “Le doube di Saint Joseph”