Con una prestazione meravigliosa, la nazionale italiana di futsal ha sconfitto 4-3 il Portogallo ad Anversa e ha conquistato la finale del Campionato Europeo, traguardo che mancava da sette anni. Ecco le dichiarazioni raccolte al termine della semifinale dello Sportpaleis.
Roberto Menichelli, Ct Italia
Le sensazioni dopo aver raggiunto la finale. E’ unmotivo di soddisfazione per me, ma anche stasera metto davanti tutti i giocatori. Di aggettivi per qualificarli non ce ne sono: dire eccezionali, è dire poco. Oggi ha giocato anche chi ha giocato poco e ci tengo a sottolineare che è stato importante, ha dato il suo contributo. Questo fa capire il nostro spirito di gruppo. Io personalmente sono soddisfatto perch√© al di là che è la prima finale sono contento del lavoro che abbiamo portato avanti in questi anni. Lavoro fatto bene sotto il piano tecnico ma non solo, di una squadra che si conquista sempre più tifosi e appassionati e richiama gente. A me questo fa molto piacere, al di là della tenuta agonistica: dopo due medaglie, ne arriva un’altra. Ora penseremo a quale far arrivare.
Sulla semifinale. Il Portogallo è una grande squadra: non sono frasi di circostanza. Anche oggi è stata una partita giocata sul filo di lana. Mi è piaciuta la reazione che c’è stata: quando siamo andati sotto, il contraccolpo psicologico c’è. Ma ci siamo ricompattati e abbiamo messo subito dalla parte nostra la partita. Poi il gol di Joel ci ha fatto soffrire, ma va bene cos√¨.
Sulla chiave della semifinale. Quella delle altre volte, la squadra, composta da ragazzi forti mentalmente e bravi tecnicamente. Ognuno porta il contributo che ha a disposizione.
Le dediche per questo traguardo. La prima ai giocatori, la seconda è per la Federazione e per la Divisione e poi sono contento per il futsal italiano. Poi ci sono i tifosi, i parenti dei ragazzi che ho invitato oggi in albergo al termine della riunione tecnica per dare coraggio ai giocatori.
Su un traguardo che è un punto di partenza. Oggi siamo in finale, ma non lo ritengo un punto di arrivo. E’ un lavoro che dà continuità; fermarsi ora sarebbe stato un rammarico. Se è il giorno più bello da quando sono Ct? Uno dei più belli, non il più bello perch√© ce ne sono stati altri.
Massimo De Luca, giocatore Italia
La gioia per la finale. Sono senza voce, perch√© abbiamo festeggiato e urlato. Questa settimana sono stato tranquillo, un po’ arrabbiato perch√© non giocavo, ma sapevo che doveva arrivare il mio momento. Dovevo entrare e fare bene, senza permettermi cali di tensione. Sono entrato e ho fatto quello che mi riesce meglio, giocare.
Sul rammarico per il palo colpito. Neanche ci penso più: certo, se segnavo era meglio, ma l’importante è che abbiamo vinto.
La sofferenza finale. Sono stati i quattro o cinque minuti più lunghi della mia vita: in panchina stavamo male, però ancora più bello perch√© quando è sofferta cos√¨ te la godi ancora di più.
Sulla fiducia di Menichelli. Al mister rispondo che lui sa che può contare su di me, e stasera ne ha avuto la conferma. Se mi ha messo in campo vuol dire che ha fiducia in me. Io sono contento che lui mi abbia fatto i complimenti. Sono felice perch√© non è uno che parla di singoli, stasera vuol dire che l’ho colpito in maniera particolare. Però ero tranquillo e sapevo di poter far bene.
Sul giorno più bello della sua carriera. Non ci so no ricordi più bello di questo. Siamo a 40 minuti da un sogno, ce la metteremo tutta. Non ci sono parole per quello che faremo e che metteremo in campo.
Sulla scossa arrivata dopo il ko con la Slovenia. La sconfitta con la Slovenia ci ha fatto svegliare, ci siamo chiusi e guardati perch√© se volevamo arrivare fino alla fine dovevamo cambviare qualcosa nella testa. Ma ora non voglio più parlare di Slovenia o altre squadre: siamo contenti cos√¨, e della grande partita che abbiamo fatto.
Sulla dedica. A tre persone che purtroppo non ci sono più. Mio zio Antonio, mia nonna Carmela e al mio amico Mario che purtroppo ora ci guardano da lassù. Mi sento di ringraziare tante persone: ne avrei tante ma se dico un solo nome è riduttivo. Dico la mia famiglia, che in un momento difficile che non stavo giocando ed ero giù di morale, mi sono stati vicini. Mi hanno dato la forza: messaggio di mio padre nello spogliatoio che mi ha dato la carica. Non volevo deluderlo
Sergio Romano, giocatore Italia
Sul terzo gol personale. E’ un buon periodo e mi sono trovato al posto giusto al momento giusto, ma a prescindere era troppo importante portare a casa questa partita. Non importa come, di testa di mano, poteva segnare anche il dottore. √à troppo bello essere in finale.
Sul flashback con il Portogallo. Quando si affrontano due squadre forti il risultato è sempre in bilico. Tanta sofferenza, ancora contro il portiere di movimento. Ma abbiamo dimostrato di essere all’altezza e di saper soffrire fino all’ultimo. L’aver già rimontato col Portogallo forse ci ha aiutato. Anche quando siamo andati sotto, abbiamo detto: siamo usciti da situazioni ben peggiori. Abbiamo fatto il nostro gioco e vinto meritatamente.
La dedica per la finale. A tutta la gente che è qui, alle persone che ci seguono dall’Italia. Il calcio a 5 è un microcosmo, ci seguono in tanti, siamo contenti.
Sui festeggiamenti e sulla finale. Abbiamo festeggiato, è stata dura, una liberazione e sentivamo di meritarcela. Ora si può dire però: si deve puntare al massimo.
Una vittoria sarebbe fondamentale per il movimento? Tantissimo. Ci sono difficoltà per tante società e noi siamo solo la punta dell’iceberg. Sappiamo di rappresentare un intero movimento e ce la metteremo tutta per mettere l’Italia l√¨ sopra.
fonte: Divisione Calcio a Cinque