Il primo campionato nel futsal è datato 1992, con la Monsignor Marini Amalfi in serie C1, subito un trofeo in bacheca con la Coppa Italia Regionale. L’inizio di una storia esaltante che prosegue con lo Stabiamalfi del presidente Nino Ercolano arrivato fino alla serie A1, culminando la sua storia con la finale scudetto persa contro il Prato e il tricolore nazionale Under 21. Dopo alcuni anni l’unione con il Napoli calcio a 5 del presidente Gentile nel 2003/04, per cui rassegna le dimissioni dopo pochi mesi, conseguendo comunque il tricolore Juniores. Dopo la parentesi napoletana si torna in Costiera con il Vico Equense del presidente Di Rosa in serie A2, era il 2004/05 chiuso con l’approdo alla Final Four di Coppa Italia organizzata proprio nel Cilento. La società si trasforma e diviene Futsal Vesevo, con l’ingresso di nuovi soci si affronta un campionato senza trofei ma con l’approdo alle fasi finali delle competizioni da parte sia della Prima squadra che delle compagini giovanili. Un altro anno chiuso con la salvezza e il rapporto con il neo presidente Cardillo si interrompe, si riparte in B con il Pagani che centra la promozione in A2. Il percorso continua fino ad incrociare il duo Longobardi-Oranges, con i quali la cavalcata degli ultimi anni parte dalla B fino alla serie A1, mettendo in cassaforte anche una Coppa Italia e le finali playoff. Affrontare la massima serie è impegno arduo, uno sforzo non solo economico ma anche strutturale, si decide cos√¨ di coadiuvare le forze nel Napoli calcio a 5, che nella corrente stagione lotta per il mantenimento della categoria. Ma dopo oltre venti anni nel futsal in cui ha fotografato tanti momenti da ricordare come promozioni, finali e tante coppe portate a casa, c’è anche un impegno oltre il rettangolo di gioco, dove la carriera si costruisce mattone dopo mattone, da delegato provinciale con il Comitato Campania a delegato nazionale con la Divisione Calcio a Cinque. La redazione di Sport Campania ha intervistato per i suoi lettori Stefano Salviati, classe 1970, direttore del Napoli C5 e Delegato Nazionale della Disciplina, meglio conosciuto come the king.
Direttore dei suoi trascorsi ne abbiamo già parlato, il presente è sotto gli occhi di tutti, ci dica quale futuro si aspetta per Lei nei prossimi anni?
Bella domanda. Sinceramente il futuro non è roseo. Se guardiamo al presente, diminuiscono i soldi, diminuiscono le squadre, ma ancor prima sta calando la qualità dei dirigenti. Si possono costruire ottimi progetti senza soldi, ma non senza idee. I dirigenti delle società di oggi sono tutti dei sapientoni, credono di sapere tutto del futsal e non rispettano chi ha più esperienza di loro e, per questo sono delle meteore: vengono, rompono e vanno via, non solo nel calcio a 5 ma anche in molti sport dilettantistici. Per questo il futuro del futsal non lo vedo assolutamente positivo.
I momenti belli li ricordano tutti, quelli bui di solito sono anche legati a vicende personali, ne vorrebbe cancellare qualcuno?
No, assolutamente. Io ho cominciato nel ’92 e di momenti difficili ne ho vissuti abbastanza, ma sinceramente non ne cancellerei neppure uno perch√© sono le esperienze che ti aiutano a crescere. Quindi, se dovessi tornare indietro rifarei tutti gli errori che ho commesso, perch√© mi hanno aiutato ad ottenere i risultati a cui sono pervenuto. Al massimo tornerei indietro per riacquisire la spensieratezza che avevo all’epoca perch√©, ora, o vinco, o se non vinco fallisco, e questo è un discorso, a mio modo di vedere, sbagliato da fare.
Il suo destino è strettamente legato alla Disciplina, quale ricetta per migliorare, i tempi sono maturi affinch√© la Divisione viaggi da sola e non sia una figliastra della FIGC?
I problemi attuali non sono colpa assolutamente della FIGC. La federazione ci supporta in molti modo e attualmente non credo che il futsal abbia i mezzi per potersi muovere autonomamente. Il calcio a 5 in questo momento ha un unico obiettivo, ovvero quello di riuscire a diventare una disciplina olimpionica. La ricetta è sempre la stessa: aumentare la qualità dei dirigenti, a cui il semplice, seppur specifico, corso non può da solo pervenire e curare sempre meglio il settore giovanile.
Proprio nel più seguito e blasonato calcio a undici ci sono tanti futsaleros, non solo Messi, Ronaldinho, Lamela, Maicon e tanti altri campioni, ma anche il nostro Berardi pare abbia trascorsi con la palla a rimbalzo controllato, non crede che equiparare le scuole calcio di entrambe le discipline possa essere un serbatoio importante?
Molte scuole calcio cominciano con i campi piccoli, ma poi il calcio a 5 e quello ad 11 devono seguire autonomamente le proprie strade. Gli esempi che tu hai fatto sono validi, ma sono solo dei casi isolati. Il calcio ed il futsal sono due discipline diverse, non intrecciabili, perch√© è vero che chi conosce il futsal può cimentarsi anche nel calcio, ma il contrario è assolutamente difficile che accada.
Tanti anni nel futsal, negli ultimi cinque la vincitrice del campionato regionale manca l’iscrizione al Nazionale, quale crede sia il problema?
Il problema è il non saper progettare e costruire. Il fatto che chi vince il campionato di serie C1 non riesce ad iscriversi alla B è veramente fastidioso. Se si partecipa ad un campionato di C1 si sa a cosa va incontro e si sa che c’è la possibilità di poter essere promossi. Altro problema si ha quando, per esempio le squadre campane promosse si rifiutano di partecipare al girone siciliano, non sta scritto da nessuna parte: se si viene promossi in un campionato nazionale bisogna sapere a cosa si va incontro, altrimenti è inutile riempirsi la bocca di progetti o quant’altro.
Una promessa per i tifosi del Napoli C5 e per i nostri lettori?
La promessa è quella di cercare di portare sempre più in alto Napoli, non solo dal punto di vista sportivo, ma soprattutto come immagine.
foto: Stefano Salviati alla presentazione del Napoli C5 2013/14 (Napoli C5 Faceboook official page)
Fabio Sposito