Fifa. Platini tuona: “Non vogliono che vinca, accuse sul nulla”

“Non vogliono che mi presenti alle elezioni, vedo un chiaro interesse a far di tutto per impedirmelo”. Virgolettato di Michel Platiniche, in un’intervista rilasciata al quotidiano svizzero “Le Matin”, si dice convinto di essere la persona ideale per guidare il calcio mondiale. “Ho l’impressione che non vogliano un ex calciatore alla guida del massimo organismo del calcio, non vogliono uno che ha giocato a capo della Fifa“, dice il presidente Uefa ed ex fuoriclasse della Juventus e della nazionale francese. Platini è convinto che senza la sospensione di 90 giorni che gli è stata inflitta dal comitato etico, avrebbe avuto ottime chance di portare a casa la vittoria. “Se mi lasciano presentare alle elezioni ho tutte le possibilità di vincere, ma come ho detto sembra che vogliano negare la presidenza ai calciatori, ovvero il nucleo principale di questo sport”, ribadisce Platini che non dimentica anche tutte le altre attività svolte nel mondo del pallone.
“Sono l’unico, tra i candidati, a conoscere tutti i ruoli: sono stato calciatore, allenatore, ho fatto il ct della selezione francese, sono stato dirigente al Nancy, ho organizzato i Mondiali del 1998 in Francia, sono il presidente della Confederazione calcistica più potente, la Uefa, e ho sempre ricoperto tutti questi ruoli con la massima onestà”. Ecco perchè “modestamente”, Platini si sente “l’uomo più indicato per dirigere il calcio mondiale”. Secondo l’ex numero 10 della Juventus i 90 giorni di sospensione che gli sono stati inflitti dal comitato etico della Fifa sono “una sanzione sproporzionata, perchè mi impediscono di fare la campagna elettorale, di battermi con le stesse armi e le stesse opportunità degli altri candidati alla presidenza. Tutto questo caos anche a livello mediatico non fa altro che far passare in secondo piano la vera essenza della campagna elettorale”.
Platini parla anche con il quotidiano inglese “The Telegraph”, spiegando che quei soldi ricevuto dalla Fifa sono frutto di un lavoro di consulenza, un pagamento dichiarato alle autorità fiscali. “Quella cifra è l’equivalente dello stipendio che laFifa mi doveva quando ero consulente speciale del presidente, lo stesso Blatter mi aveva offerto quell’incarico. E’ un contratto legale in Svizzera e avevo il diritto di reclamare quei soldi anche con 9 anni di ritardo, la Fifa dopo 5 anni poteva non pagarmi, ma hanno deciso di rispettare quell’accordo – dice Platini -, io ho prodotto una regolare fattura e il denaro ricevuto è stato dichiarato al fisco. Mi hanno sempre assicurato che il pagamento era stato effettuato seguendo le regole della Federcalcio internazionale e il direttore finanziario, Markus Kattner, ha effettuato il pagamento sulla base di una regolare fattura”.
Il fatto che Platini abbia ricevuto quanto gli spettava con nove anni di ritardo e a ridosso delle elezioni Fifa, per i suoi accusatori è il chiaro indizio di una tangente: “sono accuse basate sul nulla”. Platini non crede neanche a una possibile trappola nei suoi confronti: “non voglio credere ai complotti, è vero ho aspettato molto tempo per reclamare quello che mi spettava ed è stato il mio unico errore, ma ho avuto fiducia nelle parole di Blatter e ho la fortuna di non avere bisogno di soldi, ma non per questo non devo essere pagato per il lavoro svolto”. Platini e Blatter un tempo erano amici, adesso sono acerrimi nemici.
Fifa e Uefa – la spiegazione di Platini – sono antagonisti ed è naturale che ci siano stati attriti, tensioni e rivalità. Ecco perchè il prossimo presidente Fifa dovrà portare unità e armonia all’interno delle due organizzazioni. Il rapporto tra me e Sepp Blatter è diventato ancora più teso quando, rinnegando la promessa fatta nel 2011, si è candidato per farsi rieleggere nel 2015″. Anche al “The Telegraph” Platini parla di sanzione “sproporzionata” parlando dei 90 giorni di sospensione che gli sono stati inflitti dal comitato etico della Fifa: “un modo per impedirmi di lottare alla pari con gli altri candidati, ma anche per mettere in secondo piano le vere esigenze di cambiamento che ha il calcio mondiale”.
“Non posso partecipare alla campagna elettorale, ma mi ritengo un candidato alla presidenza a tutti gli effetti, mi sento come un cavaliere dal Medioevo, di fronte a un castello dove cerco di entrare per rianimare il calcio e invece mi hanno gettato olio bollente sulla testa. Di una cosa potete stare certi, io andrò fino in fondo per difendermi da queste accuse, sia a livello di giustizia sportiva che ordinaria”.
(ITALPRESS).