Massimiliano Bellarte, classe ’77, nato a Ruvo di Puglia, dove muove i primi passi da calcettista e poi da allenatore, portando la squadra locale dalla C1 alla B nel 2004, la cavalcata continua con la vittoria del campionato di B nel 2006/07 con il Modugno, con il quale chiude dopo 4 anni pieni di momenti indimenticabili e due finali playoff di A2. Nel 2011/12 la chiamata dall’Acqua&Sapone in A1 dove raggiunge le Final Eight di Coppa e Italia e chiude 7¬∞ in campionato, l’ultimo anno chiuso al 6¬∞ posto con un nuovo piazzamento alle Final Eight di Coppa, un crescendo costante. Il 2013/14 vedrà Bellarte alla guida di due squadre‚Ķ Ebbene s√¨, dopo l’annuncio della fusione tra Acqua&Sapone e Montesilvano, il tecnico pugliese ha l’occasione di proseguire un progetto con basi sempre più solide, lo abbiamo intervistato in esclusiva per i lettori di SPORT CAMPANIA.
Mister, tanti colleghi o aspiranti tali, La seguono sia nelle gare che nei Clinic che propone, si è scrollato l’etichetta di emergente per divenite un po’ il guru del futsal italiano. Qual è il suo pensiero sulla categoria allenatori?
Mi sono scrollato di dosso l’etichetta di emergente anche e soprattutto perch√© se non fossi emerso, sarei annegato. Non mi sento un guru, ma solo un allenatore che ha qualcosa da dire, e sono contento che tanti ritengano interessante quello che dico. La categoria degli allenatori italiani si sta stabilizzando verso l’alto, sono tanti gli appassionati e tanti gli allenatori che vogliono trasmettere le proprie esperienze, affinch√© si possa crescere.
Fusioni dalla A1 alla D, costellate di fallimenti, cessione di titoli e disorganizzazione varia, intanto la Nazionale sforna risultati e nuovi talenti, cosa cՏ da migliorare davvero affinché il futsal non sia solo calcetto?
Credo che se le fusioni fossero un modo per rendere stabili le realtà del Futsal, sarebbero utilissime. Non credo che il movimento sia disorganizzato anzi, e i club cercano forza nelle fusioni, per rispecchiare tale organizzazione. Credo adesso che da una riforma dei campionati si potrebbe tendere ad una più completa stabilità, ricordando che la sorgente di un fiume è il posto più lontano dal mare.
La sua filosofia di futsal pone spesso i giocatori al centro di episodi mitologici, come mortali contro dei, in ogni caso quanto pesa la psicologia nel gioco di squadra?
In realtà la psicologia nello sport, dovrebbe aiutare a misurare le probabilità che un obiettivo è raggiungibile. Nel gioco di squadra quello che diviene davvero importantissimo è l’individuo, Adam Smith diceva che nella competizione l’ambizione individuale serve al bene comune.
Il talento può essere innato, ma solo con il sacrificio può essere sviluppato. Il gioco di squadra è sempre più forte della qualità di uno o più singoli?
Riprendendo la risposta precedente, il gioco di squadra deve essere maggiore della somma delle parti, ma queste ultime per me devono esistere, nella loro totalità, dall’ambizione alla voglia di imporsi, dal sacrificio al desiderio di successo, sempre rispettando il principio della precedenza.
L’argentino Cristian Borruto e il brasiliano Thomas Egea i primi nuovi innesti, quali novità dovremo aspettarci?
Borruto, Egea e tutti gli altri che verranno formeranno una grande squadra. L’unica cosa che mi interessa quest’anno è lo scudetto.
Chiudiamo con una curiosità, la sediolina posta ad ogni time-out dalla quale dirige la squadra la pone come un vero regista, ci indichi per gioco i cinque attori principali con cui farebbe un kolossal?
Ti citerò giocatori che non ho mai “diretto”, perch√© se cos√¨ non facessi, dovrei includere tutti quelli che ho allenato! Luis Amado nella parte di Messala, Kike nalla parte di Ponzio Pilato, Vinicius Teixeira nella parte di Quinto Arrio, Ricardinho nella parte dell’Imperatore Tiberio e Daniel Ibanes, se potesse tornare a giocare, nella parte di Ben-Hur.
Ringrazio la redazione di SPORT CAMPANIA a cui vanno i miei complimenti per le paricolari domande. Massimiliano Bellarte
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