Le due reti di vantaggio con le quali il DOOA Posillipo ha regolato la Canottieri Napoli nella gara di andata di questi quarti di finale, non sono chiaramente sufficienti a dare la sicurezza necessaria per gestire in tranquillità l’incontro di ritorno che domani 23 aprile alle 21,00 vedrà nuovamente le due squadre napoletane affrontarsi alla Scandone in un derby il cui risultato sarà determinante ai fini dell’accesso alla semifinale.
L’unico piccolo vantaggio di cui può godere in teoria la squadra rossoverde è quello di avere a disposizione, oltre ovviamente alla vittoria, due risultati su tre (pareggio e sconfitta con una sola rete di scarto); vantaggio che tuttavia può addirittura rivelarsi negativo se non si affronterà il match con la necessaria aggressività e concentrazione facendo valere il proprio maggior tasso tecnico e la propria maggiore esperienza.
Alla fine della partita di andata, nonostante la sconfitta, il coach giallorosso Zizza appariva abbastanza soddisfatto della prova dei suoi e fiducioso sul match di ritorno, il che la dice lunga sul convincimento che la formazione del Molosiglio ha di poter ribaltare il risultato finale.
Particolarmente determinato Bruno Cufino che dichiara: La partita più importante dell’anno dove daremo il massimo per conquistare la semifinale, ultimo ancora da raggiungere dei tre obiettivi stagionali dopo la finale di Coppa Italia e la semifinale di Euro Cup entrambe purtroppo giocate a ranghi incompleti. Giocheremo con attenzione e voglia triplicate, perfettamente consapevoli che in questa partita, due gol di vantaggio non sono assolutamente nulla e possono essere recuperati in qualsiasi momento. La Canottieri metterà l’anima nella gara, dopo aver studiato la partita di andata e cercherà di correggere gli errori commessi, come è giusto che sia. Ma noi ‚Äì ha concluso l’allenatore rossoverde ‚Äì non ce ne siamo certamente stati con le mani in mano a crogiolarci della vittoria, abbiamo riflettuto sulle nostre indecisioni, le correggeremo e vinceremo anche stavolta.
Arbitreranno l’incontro Massimo Calabrò di Macerata e Alessandro Severo di Roma
– delegato FIN Barone.
Nino d’Agresti
