Dalia tra riforme e futuro del futsal italiano: “Oriundi? Serve formare i nostri calcettisti”

Il mondo del futsal italiano sembra entrato in una fase di cambiamento. Una rivoluzione messa in opera da Luca Bergamini, prsidente della Divisione Calcio a 5, dopo il flop europeo della Nazionale italiana guidata da Bellarte.

La nostra redazione ha voluto trattare questa tematica e non solo con Roberto Dalia, esperto talent scout, che nella sua carriera nel futsal italiano vanta pagine importanti con l’Arzignano, Napoli Calcio a 5 e Sandro Abate. Di recente Dalia è stato annunciato dallo Sparta Praga, dove ricorprirà il ruolo dell’area scounting per il Sudamerica del club ceco, oltre ad occuparsi della squadra di calcio a 5 dei granata.

Roberto Dalia

Roberto Dalia

LA RIVOLUZIONE DI BERGAMINI

“Da circa 25 anni sono in questo sport, ricordo che prima una squadra poteva avere 14 oriundi nella rosa. Nonostante questo, gli italiani bravi giovabano e si ritagliavano spazi” – esordisce Dalia, che prosegue il discorso – “Non è una questione che l’oriundo toglie il posto agli italiani, ma la verità è che non si formano più i calcettisti italiani. In Spagna possono giocare anche tutti extracomunitari, ma la Nazionale è comunque andata avanti nelle competizioni, all’Europeo hanno vinto il girone e sono stati eliminati in semifinale dal Portogallo, che poi ha vinto la competizione. Questo perchè li si lavora sulle basi del calcio a 5, dal settore giovanile”.

L’ex Arzignano incalza: “In Italia abbiamo lo stesso problema con il calcio, dove non si lavora bene nei settori giovanili. Secondo me gli oriundi non sono il problema. All’Arzignano ho vinto lo Scudetto con giocatori italiani presenti nel quintetto base o che possiamo definire titolari. Credo che bisogna pensare prima alle basi, ma poi anche alle strutture. Bergamini queste cose le sa, infatti sono rimasto sopreso con il cambiamento degli oriundi”.

FONDI PER IL SETTORE GIOVANILE

La Divisione calcio a 5 parla di un tesoretto per i giovani del futsal dei campionati nazionali: “Si parla di questi fondi per il settore giovanile. Un calcettista va formato fin da piccolo con istruttori preparati sulla disciplina, quindi formati nel calcio a 5, che sappiano cosa stanno facendo, che abbiamo le giuste competenze. Anche la classe dirigenziale deve crescere, ogniuno deve svolgere il proprio ruolo senza interferire in quello degli altri. Prendo ancora d’esempio la Spagna, li c’è continuità di lavoro anche con i direttori sportivi. Quindi è un discorso di competenze, bisogna tutti saper svolgere il proprio compito”.

NUOVA ESPERIENZA IN REPUBBLICA CECA

“Il tecnico Beni Simitči sono 2 o 3 anni che mi fa la corte” – afferma Dalia – “Mi  voleva li con lui, ma non c’erano le condizioni. Poi sono sposato a maggio e con la mia compagna brasiliana avevamo deciso di vivere in Brasile. Dopo la Coppa America qualcosa è cambiato, il mister mi chiama dicendomi che c’erano le condizioni per portarmi in Repubblica Ceca e quindi allo Sparta Praga”.

Un impegno che lo vedrà in doppia veste – “Il presidente dello Sparta Praga ha affidato lo scouting in Sudamerica per il club di calcio, però mi occuperò anche della squadra di futsal. Attualmente sono settimi, ma anche se per quest’anno posso fare ben poco, l’anno prossimo sarà diverso. Ho fatto arrivare già due calcettisti, se riesco a chiudere per altri possiamo fare un discorso diverso, ma ripeto, il prossimo anno potrò operare con una diversa progettualità”.