Ciclismo. Il professor Donati: “Di Luca ha ragione, vincere senza doping è difficile”

”Il doping nel ciclismo non è solo un fantasma del passato. L’esperienza dimostra che finora non c’è stata evoluzione. Vincere senza doping è difficile”. E’ l’opinione espressa all’Adnkronos dal professor Sandro Donati, uno dei massimi esperti della materia e oggi consulente dell’agenzia mondiale antidoping (Wada). ”Da questo punto di vista do ragione a Di Luca”, dice Donati alludendo al ciclista abruzzese, squalificato a vita, che in una recente intervista ha sostenuto che ”non si può arrivare nei primi dieci al Giro d’Italia senza doping”. ”Lui è uno che conosce sicuramente bene la situazione, il ciclismo è talmente influenzabile da diverse tipologie di doping che credo siano di gran lunga prevalenti quelli che si dopano rispetto a quelli che non lo fanno. Poi può darsi che ci sia un talento che prova a vincere senza, ma lo fa in un ambiente malato”, sostiene Donati, critico nei confronti di quei dirigenti ”che parlano del doping come di una riesumazione del passato”. ”E’ chiaro che hanno interesse a descrivere una situazione sempre in evoluzione, ma l’esperienza dimostra che finora tale evoluzione non c’è stata. E’ vero che in ambito internazionale il passaporto biologico nel ciclismo viene applicato di più rispetto ad altri sport, ma da qui a confinare tutto in storie del passato o nell’archeologia è una forzatura. I fantasmi, purtroppo, sono recentissimi”. Donati commenta anche le parole del professor Giovanni Tredici, responsabile medico del Giro d’Italia, secondo cui ”non è compito del medico” denunciare episodi di doping, anche per motivi di privacy. ”Io credo che il dovere di un medico sia non solo quello di pensare al singolo ma anche ai macrofenomeni. Convengo sulla tutela della privacy ma si può sempre intervenire denunciando, ad esempio, il traffico di campioni di sangue negli ospedali o la vendita di alcuni prodotti in farmacia. Il doping non se ne va perch√© l’ambiente sportivo è omertoso, non solo nel ciclismo”. adnkronos