Bentornati al nostro appuntamento con la rubrica Chi l’ha visto‚Ķin campo?. Proseguiamo nella nostra ricerca di vecchie glorie o di meteore che hanno calcato i palcoscenici del calcio italiano e non solo. Questa settimana andremo a ripercorre la strepitosa carriera di un brasiliano che ha segnato profondamente la generazione degli anni ‚Äò90/2000. Stiamo parlando di Vitor Borba Ferreira, detto Rivaldo (Recife, 19 aprile 1972), centrocampista o attaccante che nella sua carriera ha vestito le prestigiose maglie (tra le altre) di Barcellona e Milan, campione del mondo con la nazionale brasiliana nel 1998 e nel 2002. Ripercorriamo la carriera del fenomeno Paulista.
Palmares. Nel ricchissimo palmares di Rivaldo figurano, in campo nazionale, due Campionati Paulista (Palmeiras 1994-1996), un Campionato Brasiliano (Palmeiras 1994), due Campionati Spagnoli (Barcellona 1997/98, 1998/99), una Coppa di Spagna (1997/98), una Coppa Italia (Milan, 2002/03), tre Campionati Greci (Olympiakos, 2004/05, 2005/06, 2006/07), due Coppe di Grecia (Olympiakos, 2004/05, 2005/06), due campionati Uzbekic (Bunyodkor, 2008, 2009), una Coppa dell’Uzbekistan (Bunyodkor, 2008). In campo internazionale, sempre a livello di club, il giocatore paulista vanta due Supercoppa UEFA (Barcellona, 1997, Milan, 2003) ed una Champions League (Milan, 2002/03).
Con i verdeoro del Brasile, vince la medaglia di Bronzo (Atlanta 1996), una Confederations Cup (Arabia Saudita 1997), una Coppa America (Paraguay 1999) ed un Campionato del Mondo (Corea del Sud-Giappone, 2002).
A livello individuale vince il Pallone d’Oro ed il FIFA World Player of the Year, entrambi nel 1999. Nel 2004 viene inserito da Pel√© nella FIFA 100, la lista dei 125 più grandi giocatori viventi.
Caratteristiche. Rivaldo era un trequartista molto dotato tecnicamente che poteva ricoprire anche il ruolo di ala destra o di seconda punta. Era un ottimo calciatore di punizioni e rigori, nonch√© un’eccellente assist-man.
I primi passi: Paulistano Futebol Clube , Santa Cruz e Mogi Mirim. La carriera del giovani Rivaldo inizia nelle giovanili del Paulistano Futebol Clube, per poi passare nelle fila del Santa Cruz e del Mogi Mirim, nei quali riesce a collezionare appena 4 presenze mettendo a segno 6 reti.
Corinthians e Palmeiras. Nella stagione 1993/94 passa al Corinthians, club con il quale scende in campo per 19 volte mettendo a referto 11 reti. Per la bontà delle sue prestazioni riceve anche la prima convocazione in nazionale, andando anche in gol contro il Messico. L’anno successivo si accasa al Palmeiras, contribuendo alla vittoria del campionato. Alla fine dell’esperienza in bianco-verde saranno 45 le presenze e 21 le reti.
Nel Vecchio Continente. Dopo aver vinto il Bronzo con la nazionale Brasiliana nei Giochi Olimpici di Atlanta ’96, Rivaldo viene acquistato dal Deportivo La Coru√±a, con il quale nella stagione 1996/97, scende in campo per 41 volte, mettendo a segno 21 reti.
La Consacrazione: Arriva il Bar√ßa. Le qualità del giovane calciatore non passano inosservate agli occhi del Barcellona, che si aggiudica il cartellino del giocatore. Nelle successive 5 stagioni, Rivaldo vince due volte consecutive la Liga Spagnola, la Coppa del Re ed una Supercoppa Europea, mettendo insieme 157 presenze e 86 reti.
L’approdo in Italia. Il 28 luglio del 2002 viene ingaggiato dal Milan, firmando un contratto triennale da 4 milioni netti a stagione. Con i rossoneri vince la Champions League e la Coppa Italia, segnando la rete del momentaneo 2-1 in finale contro la Roma. Nell’agosto 2003 si aggiudica, sempre col Milan, la Supercoppa Europea.
Ritorno a casa. Vedendosi chiuso dalla stella nascente Kakà e dal portighese Rui Costa, il 28 settembre 2003 rescinde il contratto con i rossoneri e si accasa al Cruzeiro, senza, però, mai scendere in campo.
In terra Ellenica. nel luglio del 2004, all’età di 32 anni, Rivaldo si trasferisce in Grecia, alla corte dell’Olympiakos. Qui rimane per tre stagioni (70 presenze, 36 reti) prima di entrare in contrasto con la dirigenza per il rinnovo del suo contratto. Decide quindi di passare ai rivali storici dell’AEK Atene, con i quali disputa le due stagioni successive, scendendo in campo per 29 volte, mettendo a segno 8 reti.
Il viaggio continua: l’approdo in Uzbekistan. Il 17 luglio 2008 si trasferisce al Bunyodkor, squadra della massima serie Uzbeka. In poco meno di due stagioni mette a segno 33 reti in 53 presenze, vincendo due titoli nazionali e di una Coppa dell’Uzbekistan.
Ritorno alle origini: Mogi Mirim e San Paolo. Il 18 novembre 2010 firma per il club paulista del Mogi Mirim, ricoprendo, qui, anche la carica di presidente. Il 22 gennaio 2011 passa al San Paolo, segnando nella gara d’esordio. Col il club paulista saranno 30 le presenze e 5 le reti messe a segno.
Kabuscorp. Rimasto svincolato, il 13 gennaio 2012, viene ingaggiato dal Kabuscorp, squadra militante nel campionato angolano, con il quale mette a segno una tripletta alla sua seconda presenza. Alla fine di questa esperienza saranno 11 i gol in 21 presenze.
Il canto del cigno: di nuovo in Brasile. Il 7 gennaio 2013 si accasa al São Caetano, rescindendo il contratto a novembre (19 partite e 2 reti). Ritorna, poi, al Mogi Mirim e, dopo aver superato dei problemi al ginocchio, il 22 gennaio 2014 ritorna in campo giocando insieme a suo figlio Rivaldinho. Il 15 marzo 2014 annuncia il suo ritiro dal calcio giocato, salvo poi cambiare idea appena un anno dopo, segnando insieme al figlio nella partita contro il Macaé.
Nazionale. Con i verdeoro, Rivaldo è sceso in campo per ben 74 volte, mettendo a segno 34 reti. Nel 1998 gioca il Mondiale di Francia, perdendo in finale contro i padroni di casa (3-0). Vince la Coppa America nel 1999 e nel 2002, a 32 anni, il Campionato del Mondo in Corea e Giappone (nel quale va in rete per 5 volte). Si rende protagonista di un brutto gesto antisportivo nella gara contro la Turchia, simulando una pallonata al volto (che in realtà lo colpisce al ginocchio), inducendo l’arbitro ad espellere Hakan √únsal. Il Brasile vincerà quella gara per 2-1, ma tre giorni dopo Rivaldo viene multato con un ammenda da 7350 dollari.
Giovanni Tafuto