Dicono che il calcio sia strano, e in effetti lo è. Torni a San Siro in Champions League con il tuo pubblico, più caldo che mai. Giochi una partita da applausi, tiri 14 volte verso la porta del Real Madrid nei primi 45′, maledici le parate di Courtois, a tratti domini, scaldi la gente, ti esalti nei salvataggio di un monumentale Skriniar e poi? E poi esci dal campo sconfitto, 0-1, 0 punti, una beffa davvero ingenerosa, subendo un gol all’89′ che spenge l’entusiasmo della prima notte europea della stagione ma che non cancella una prova davvero importante della squadra. Inzaghi e i nostri ragazzi devono guardare con fiducia al proprio cammino. Fa male, certo, ma c’è tempo. E c’è un popolo, quello nerazzurro, carichissimo e vicinissimo a questo gruppo di guerrieri.
Ogni contrasto, un incendio. Ogni pallone, come se fosse l’ultimo. È la prima partita del girone, sembra una sfida senza appello. Il bello della Champions League, in uno stadio che freme per ogni tackle, che impazzisce per un colpo di testa, che salta sui seggiolini per un passaggio. Quanto tempo è passato dall’Inter-Real Madrid del novembre 2020? Faceva freddo, lo stadio era deserto. Meno di un anno, sembra un’era. Inter consapevole della sfida ardua, Real come sempre sornione, quasi impassibile alla carica emotiva di un match sì di apertura del girone, ma già importantissimo. Il 3-5-2 di Inzaghi contro il 4-3-3 classico di Ancelotti, con Alaba centrale e Nacho terzino, Modric a dirigere e Vinicius e Vazquez a supporto di Benzema.
San Siro come un’arena, il gladiatore Skriniar suona la carica in un primo tempo tutto lancia in resta. C’è un’elettricità che spinge i nerazzurri ad azzannare ogni pallone e ad attaccare le debolezze del Real, tagliando la difesa con palloni per Lautaro e con l’aiuto di tanti elementi nella fase offensiva. Le occasioni da gol che l’Inter colleziona nel primo tempo sono tante, tantissime, alcune clamorose. Courtois è l’attore principale, però: il portiere belga alza un muro alla sua maniera, con la sua figura imponente a coprire una porta bersagliata dai colpi nerazzurri.
Prima Lautaro, poi Dzeko ispirato dal Toro. L’Inter fraseggia, corre, spinge. E lo fa eludendo una pressione quasi spietata del Real, che prova ad alzare ritmo e pressing. I nerazzurri trovano sempre la soluzione per avere la meglio e per alimentare l’azione. Ancora Lautaro di testa, su cross di Perisic, sempre Courtois a dire di no. E il Real? In avanti si fa vedere con un destro di Casemiro dalla distanza e con un colpo di testa a botta sicura di Militao su calcio d’angolo. San Siro spinge il pallone calciato da Brozovic e che accarezza il palo, poi maledice i guantoni di Courtois che negano il gol a Dzeko, in spaccata volante. 14 conclusioni a 5 per l’Inter, 10 tiri da dentro l’area, un dominio, senza il premio del gol.
Il ritmo folle dei primi 45′ non può essere mantenuto. Troppo alto, troppo dispendioso. La partita che si gioca nella ripresa è molto differente da quella del primo tempo. Perché il Real, dopo aver lasciato campo all’Inter, alza il proprio baricentro e si piazza nella metà campo nerazzurra. Lo fa attaccando sul lato destro con Carvajal e soprattutto sfruttando la verve di Vinicius, che sale di colpi, sfruttando i suoi guizzi imprendibili. O prendibili, anzi, perché soprattutto Skriniar, in una delle sue prove migliori da quando veste la maglia dell’Inter, giganteggia, spegnendolo in tante situazioni.
I salvataggi dello slovacco sono molteplici e hanno molte forme, tutte concretissime. L’Inter punge meno, trova meno corse a perdifiato e sia Skriniar che Bastoni accompagnano di meno l’azione offensiva. Al 54′ però Courtois mette un altro mattone sulla sua prova incredibile, respingendo un colpo di testa di Dzeko da pochi passi. Il finale è più di marca Real, anche se l’Inter con Dumfries e i nuovi entrati prova a viaggiare con ripartenze veloci ma non letali.
Nel finale l’Inter si abbassa, Camavinga, entrato per Modric, è l’uomo in più per il Real ma in due occasioni Skriniar salva la porta da due gol sicuri. Non può nulla, però, il factotum slovacco, sulla combinazione che all’89’ manda in gol Rodrygo, castigatore come nella passata stagione. Il gol che arriva a un minuto dalla fine è una sentenza ingenerosa ma da accettare. Il cammino è appena iniziato.
IL TABELLINO
INTER (3-5-2): 1 Handanovic; 37 Skriniar, 6 de Vrij, 95 Bastoni; 36 Darmian (2 Dumfries 55′), 23 Barella (8 Vecino 84′), 77 Brozovic, 20 Calhanoglu (22 Vidal 65′), 14 Perisic (32 Dimarco 55′); 9 Dzeko, 10 Lautaro (19 Correa 65′).
A disposizione: 21 Cordaz, 97 Radu, 5 Gagliardini, 7 Sanchez, 11 Kolarov, 13 Ranocchia, 33 D’Ambrosio.
Allenatore: Simone Inzaghi.
REAL MADRID (4-3-3): 1 Courtois; 2 Carvajal, 3 Militao, 4 Alaba, 6 Nacho; 15 Valverde, 14 Casemiro, 10 Modric (25 Camavinga 80′); 17 Vazquez (21 Rodrygo 65′), 9 Benzema, 20 Vinicius Jr (11 Asensio 91′).
A disposizione: 13 Lunin, 40 Fuidias, 5 Vallejo, 7 Hazard, 16 Jovic, 22 Isco, 24 Mariano, 27 Blanco, 35 Gutierrez.
Allenatore: Carlo Ancelotti.
Marcatori: 89′ Rodrygo (RM)
Ammoniti: Lautaro (I), Alaba (RM)
Recupero: 1′ – 2′.
Arbitro: Siebert.
Assistenti: Foltyn, Gittelmann.
Quarto Uomo: Schlager.
VAR: Fritz.
Assistente VAR: Osmers.
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