Bentornati al nostro consueto appuntamento con la rubrica C’era una volata il Calcio. Dopo l’excursus iniziato nell’antica Cina, e proseguito poi nei secoli, investendo gradualmente l’intero globo, vogliamo, per questa settimana, cambiare un attimo il filo del racconto andando a ripescare nei meandri della storia, quella di una partita speciale, giocata nell’agosto del 1942, e passata alla storia con il triste nome di Partita della Morte. Questa è la storia di quel fatidico giorno.
La Storia. Seconda Guerra Mondiale, Agosto 1942, le forze tedesche dilagano e spadroneggiano in tutta Europa, Hitler volge le sue mire anche sull’Unione Sovietica, che tra mille difficoltà, riesce a resistere allo strapotere della svastica. Cosa c’entra tutto questo con il calcio? Semplice, per chi vede il calcio come una riscossa, come un mezzo per vendicarsi dell’oppressione del popolo invasore. Quell’agosto, per un gruppo di calciatori ucraini, una partita divenne letteralmente questione di vita o di morte. Di questa partita tanto si è detto e tanto si è scritto: secondo alcuni non è mai esistita, secondo altri gli eventi di quel giorno furono diversi da quanto raccontato dalla versione ufficiale, ma come in tutte le cose, dietro un racconto, per quanto fantasioso, c’è sempre un fondo di verità.
Contesto Storico. Siamo nel pieno della Seconda Guerra Mondiale, a Kiev, il 22 giugno del 1941, giorno, questo, in cui si sarebbe dovuto inaugurare lo Stadio della Repubblica, ma cos√¨ non fu. L’unica inaugurazione passata alla storia quel 22 giugno fu quella dell’invasione dell’Ucraina, con il bombardamento sulla città da parte della Luftwaffe. In pochi mesi, tutto viene spazzato via, case, cinema, stadi. Non resta più nulla. La vita viene stravolta, le priorità cambiano. Ma una passione, si sa, è dura da estirpare, ne sa qualcosa Iosif Kordik, un ceco della Moravia, che riesce a sopravvivere nella Kiev occupata grazie alla sua conoscenza del tedesco. In città gestisce un grosso panificio, ed essendo appassionato di sport, dopo un incontro co l’ex portiere della Dinamo, Nikolai Trusevich, decide si assumere lui e gli altri ex calciatori della squadra della città ed anche qualcuno della Lokomotivv Kiev. Ora, sicuramente, vi starete domandando perch√© mai degli ex calciatori dovrebbero mettersi a fare i panettieri. La risposta è semplice: perch√© in quel periodo storico, nell’ormai ex Unione Sovietica, ogni squadra di calcio era in qualche modo legata al Governo. Quindi ai giocatori, visti come nemici del Reich, veniva impedito di svolgere il proprio lavoro.
Il Torneo. Come è facile immaginare, durante l’occupazione tedesca, il campionato s’interruppe. Furono, però, proprio i tedeschi, sicuri della propria superiorità, ad organizzare un torneo cittadino, con l’obiettivo di utilizzare l’evento sportivo come mezzo di propaganda per il Reich. Al via della competizione erano presenti tutti i rappresentanti delle forze di occupazione: squadre composte da soldati, ferrovieri, ufficiali, compagini di truppe rumene ed ungheresi ed una squadra della Ruck, movimento nazionalista ucraino filo-tedesco. E poi c’erano loro: quelli del panificio che presero il nome di Start F.C. tra le fila della squadra di Trusevich, spiccano nomi come makar Goncharenko, funambolico trequartista tutto tecnica e fantasia, Mikhail Putistin che aveva ottenuto l’argento sovietico nel ‚Äò36 e Mikhail Sviridovskiy, colonna della Dinamo.
Partita d’esordio. Pronti, via! Si parte subito col derbycon quelli della Rukkh. I panettieri di Kiev si impongono subito con un roboante 7-2. Man mano che il torneo procede, nonostante i massacranti turni di lavoro e la scarsa alimentazione, la Start, uno dopo l’altro, batte ogni avversario che gli si para di fronte. Dopo sette partite i gol fatti saranno 43 e quelli subiti 8. Kiev inizia a prestare attenzione a quella squadra, che da ad un popolo martoriato dalla guerra una ragione per esultare.
Il gran finale. Si arriva, cosi, all’ultima partita, una sorta di finale. Si afforntano la Start e la Flakelf, la squadra degli ufficiali tedeschi. Alla vigilia il risultato sembra scontato, i tedeschi sono più riposati e meglio alimentati. Ma quando scendono in campo Trusevich e compagni non ce n’è per nessuno: la partita non ha storia: 5-1 il risultato finale. I tedeschi escono dal campo arrabbiati e frastornati. Ora, chi segue lo sport, ed in particolare il calcio, sa che ai teutonici la sconfitta non va proprio giù, quindi immaginate come dovevano sentirsi allora. Viene deciso, quindi, di organizzare una rivincita, e questa volta il risultato dovrà essere diverso.
Orgoglio Teutonico. Colpiti nell’orgoglio, i tedeschi mettono su una squadra composta da tutti i migliori giocatori tra gli ufficiali stanziati in Ucraina. Da questo momento la storia si interrompe ed inizia il mito. Perchè da questo momento in poi, le versioni dell’accaduto diventano due, quella propagandistica e quella non contaminata dalla propaganda tedesca.
Tra storia e mito. Le fantasie intorno a questo incontro sono molteplici ed investono moltissimi aspetti, a partire dalle divise da gioco degli occupati, rigorosamente rosse (alcuni dicono per orgoglio sovietico, altri sostengono che Trusevich riusci a reperire solo queste al mercato). Addirittura non si hanno notizie certe nemmeno sull’ingresso in campo, in quanto la versione tedesca vuole che l’arbitro dell’incontro abbia invitato gli ucraini a salutare con il classico Heil Hitler e di tutta risposta i panettieri abbiano risposto con un Fitzcult Hurrà! (inno alla cultura fisica tipico del popolo ucraino e sovietico).
La Partita della Morte. Venendo alla cronaca della partita, si sa che i tedeschi affrontano la partita in modo molto maschio passando in vantaggio, con la complicità del direttore di gara (anch’egli ufficiale delle SS). Nonostante le avversità la Start è troppo forte ed il primo tempo si conclude con un netto 3-1 per gli ucraini. Una volta negli spogliatoi si ripassa di nuovo dalla storia al mito. La storia vuole, infatti, che nell’intervallo, uno degli ufficiali tedeschi si sia recato nello spogliatoio ucraino ricordando ai giocatori dello Start le conseguenze nefaste di un’eventuale ulteriore umiliazione ai danni dei tedeschi. Nessuno sa se questo episodio sia realmente accaduto, fatto sta che gli ucraini nella ripresa si fanno rimontare sul 3-3, ma la differenza tecnica tra le due compagini è troppo grande, e la partita termina con il risultato di 5-3 per gli occupati. Episodio curioso è quello che vede protagonista il difensore Klymenko che, partito palla al piede dalla difesa, raggiunge l’area avversaria ed invece di concludere a rete calcia il pallone all’indietro, per evitare di infliggere un’umiliazione ancor più pesante ai tedeschi.
Post Gara. Quel che succede nel dopo gara non è mai stato chiarito. La propaganda sovietica vuole, negli istanti immediatamente successivi al fischio finale alcuni giocatori dello Start vengano arrestati, versione, questa, che cozza decisamente con le dichiarazioni del figlio di uno dei protagonisti (ilcentrocampista Putistin), che parla di un clima di assoluta festa nel dopo gara, con i giocatori di entrambe le squadre che si fanno ritrarre insieme mischiati fra di loro in una fotografia (mostrata per la prima volta nel 2002 proprio dal figlio di Putistin) in cui sono i sorrisi a farla da protagonisti. Se questa partita è passata alla storia con il triste nome di Partita della Morte un fondo di verità ci deve per forza essere. Non molto tempo dopo il giorno del match, vengono arrestati 9 giocatori ex della Dinamo impiegati nel panificio, tra cui proprio Trusevich e Klymenko. Dei nove solo uno viene rilasciato. Korotkikh e Tkachenko, essendo ex poliziotti, vengono fucilati poche settimane dopo essere stati arrestati. Gli altri vengono deportati nel campo di concentramento di Syrets. Far luce sulla vicenda risulta oramai impossibile. Basti pensare che lo stesso Goncharenko (testimone oculare della vicenda) ha dato nel corso della sua vita dichiarazioni contrastanti su quanto successo. Tuttavia sappiamo che nessun ex giocatore della Lokomotiv fu arrestato o perseguito, questo perch√© solo la Dinamo aveva stretti legami con la polizia ucraina. I giocatori sarebbero quindi stati arrestati e brutalmente assassinati in quanto nemici politici e non per aver vinto una partita.
Fiction. La storia della Partita della Morte è stata di ispirazione per molti registi. Ed alla base, per esempio, del celebre film Fuga per la Vittoria (con Sylvester Stallone e Pel√©), nonch√© della controversa pellicola The Match del regista russo Malyukov, pubblicata nel 2012, accusata di essere storicamente poco attendibile e di aver dipinto gli ucraini come collaborazionisti del Reich. Sono passati oramai ben 77 anni da quell’incontro tra i nazisti e gli ucraini, ed il match rimane avvolto dal mistero e dalla leggenda. Quello che è certo è che quel giorno venne disputata una partita fuori dal normale, in un periodo storico in cui la priorità era data alla sopravvivenza, un periodo in cui il calcio fu motivo di orgoglio e speranza per un intero popolo oppresso.
A cura di Giovanni Tafuto