“C’era una volta il calcio”. La Francia del XII secolo e l’antenato del calcio moderno: il Soule

Bentornati ad un altro appuntamento con la nostra rubrica C’Era una volta il Calcio. Il nostro excursus storico del gioco più bello del mondo ci porta oggi nella Francia del XII secolo, periodo in cui, nel Nord del paese iniziò a svilupparsi un altro antenato del calcio moderno: stiamo parlando del gioco del Soule, pratica apparentemente derivata dal più antico gioco dell’Arpasto Romano (vedi articolo).

Cenni Storici. Come precedentemente accennato, il Soule nasce ed inizia a svilupparsi, soprattutto nelle campagne della Francia del Nord ed in Cornovaglia a partire dal XII secolo. Questo gioco, abbastanza violento, non prevedeva un numero prestabilito di partecipanti, dando, cos√¨, luogo a partite giocate da centinaia di persone contemporaneamente. Attraverso tale pratica venivano celebrate le più svariate ricorrenze: da quelle religiose a quelle propiziatorie, dalla nascita di un bambino ad un matrimonio, ogni scusa era buona per una partita di Soule.

Attrezzatura. Il pallone era solitamente realizzato con una vescica animale ricoperta da uno strato di cuoio, riempita di crusca, fieno, muschio o crine di cavallo. Il campo da gioco poteva (come già precedentemente accennato) avere dimensioni variabili, potendo includere fossati, ruscelli, boschi, stagni, etc.

Svolgimento. Il gioco del Soule risultava essere una sorta di commistione tra il calcio ed il rugby, questo lo faceva risultare come uno sport abbastanza violento. Lo scopo era quello di trasportare la palla verso la porta avversaria (che solitamente era una semplice linea tracciata sul terreno) e per fare ciò era consentito l’utilizzo di mani e piedi, ma ci si poteva anche avvalere dell’utilizzo di bastoni e mazze di vario genere. Spesso e volentieri i partecipanti incappavano in infortuni anche piuttosto gravi , come rottura del naso, fratture alle braccia e slogature alle caviglie, questo per la totale assenza di penalità legate alla condotta violenta durante il gioco. Al contrario, le ferite riportate venivano esibite come fossero medaglie. Vista la ferocia del gioco, e la totale assenza di regole, Carlo V di Francia, nel 1365, vietò la pratica del Soule. Anche la Chiesa non tardò ad intervenire, minacciando di scomunica chi partecipasse a tale pratica. Nonostante i divieti e le minacce, la pratica del Soule ebbe tanto successo da arrivare a coinvolgere la nobiltà ed anche lo stesso clero che tanto lo aveva ostracizzazo, tanto che il gioco riusc√¨ a sopravvivere fino agli inizi del XX secolo.

A cura di Giovanni Tafuto