La Casertana del presidente Giuseppe D’Agostino, nonostante il periodo al quanto cupo causato dal Covid-19, continua a seguire con grande impegno e diligenza il proprio progetto di crescita. Il club rossoblù è quotidianamente a lavoro, al fine di rendere la società sempre più solida e rispettabile. Proprio in quest’ultimo periodo, il club rossoblù ha mosso dei passi a dir poco importanti per quanto riguarda la questione legata al nuovo stadio. Un sogno che grazie all’impeccabile connubio trovato tra il Comune di Caserta e la società di Giuseppe D’Agostino si avvicina giorno dopo giorno a diventare pura realtà.
L’ultimo passo in ordine di tempo, per l’impianto che sorgerà lì dove oggi vi è lo storico ‘Comunale’ di viale Medaglie d’Oro, è stata la conclusione della procedura della Conferenza dei Servizi che ha portato di conseguenza all’approvazione della Giunta comunale che diversi giorni fa ha etichettato il progetto stadio di pubblico interesse (CLICCA QUI). Ma oltre alla questione legata alla nuova casa dei falchetti, la società rossoblù non ha perso tempo per rinvigorire la propria cerchia dirigenziale. Nella giornata di ieri, di fatto, la Casertana ha annunciato il suo nuovo direttore generale, Vincenzo Todaro (CLICCA QUI).
Ma nonostante il grande e profuso lavoro che il presidente Giuseppe D’Agostino ed il suo staff dirigenziale impiega quotidianamente per rendere la Casertana una società modello, c’è chi non perde occasione per buttare fango, screditando e strumentalizzando la vicenda che più sta a cuore al popolo rossoblù, ossia, il sogno stadio. Infatti, proprio dopo i continui attacchi, lo stesso presidente Giuseppe D’Agostino ha deciso di intervenire a gamba tesa, diffondendo una dura nota ufficiale sui canali della società rossoblù: “Ho sempre detto che non avrei mai permesso a nessuno di strumentalizzare la vicenda stadio per qualsiasi fine. Mi duole, però, prendere atto delle presenza sul web di un articolo in cui ci si addentra in un’analisi che ritengo ingenerosa e che prova ad innestarsi in un momento di profonda incertezza per il mondo del calcio. Mi ero prefissato di parlare soltanto in concomitanza di eventi ufficiali e che il confronto con i tifosi della scorsa settimane sarebbe stato l’ultimo appuntamento utile per chiarire diversi aspetti. Ma ora non posso restare in silenzio. Soprattutto se si prova a mettere in cattiva luce il lavoro di questa società usando come metro di paragone le gestioni scellerate del recente passato, che ci hanno preceduto, e che hanno portato a perquisizioni della Guardia di Finanza presso la sede sociale della Casertana FC e dato vita a faldoni interminabili con nomi e cognomi che sono sotto gli occhi di tutti. Senza dimenticare quella massa debitoria con la quale continuiamo a fare i conti e che puntualmente fronteggiamo con dignità e caparbietà. Molti si sarebbero augurati la fine di questa società, noi l’abbiamo salvata e lottiamo ogni giorno per garantirle un futuro e non disperdere un patrimonio immane per questo territorio. Negli ultimi anni la Casertana non certo avrà lottato per vincere il campionato; la scorsa stagione, l’ho ribadito più volte, siamo andati lontani dalle aspettative di tutti, le mie in primis. Ma preferisco fallire sul campo, che fuori. Preferisco garantire un futuro alla Casertana e vivere in trasparenza e legalità, che ripercorrere le orme di chi ha portato il nome di questo club alla ribalta della cronache giudiziarie. Il giochino di tirare in ballo le altre priorità che regnano in questa città ormai non regge. Sappiamo bene che Caserta deve convivere con diverse criticità. Ma la Casertana non può certo dedicare la sua opera per la risistemazione del manto stradale o di altro. Coscienti di questo, e del fatto che i fondi pubblici siano di vitale importanza per il vivere quotidiano di questa città, abbiamo dato vita ad un progetto con fondi totalmente privati. Uno stadio vale più di dieci promozioni in serie A. I campionati si vincono e si perdono, lo stadio resta. Ed è un gioiello di cui Caserta potrà vantarsi. Il progetto del nuovo stadio, inoltre, nasce anche dall’esigenza di dotarsi di una struttura a norma, considerando che il Pinto ben presto stenterà a rientrare in diversi tipi di parametri, anche in serie C”.
Nunzio Marrazzo