Caro Al-Khelaifi, grazie a te il calcio non è più uno sport per tutti

Il Paris Saint-Germain ha la ferma convinzione che il calcio sia uno sport per tutti. Sono stato coerente su questo punto fin dall’inizio. Va ricordato che come squadra di calcio, siamo una famiglia e una comunità, il cui cuore è i nostri sostenitori, dobbiamo ricordarlo. C’è una chiara necessità di cambiare il modello di competizione esistente della UEFA, e la proposta presentata ieri dalla UEFA, che conclude 24 mesi di approfondita consultazione dell’intero panorama calcistico europeo, è un passo in questa direzione. Il sostegno della UEFA – un’organizzazione che ha lavorato per promuovere gli interessi del calcio europeo per quasi 70 anni – non risolve i problemi che la comunità calcistica sta affrontando attualmente, ma è altrimenti motivato da interessi personali. con la UEFA, la European Club Association e tutte le parti interessate del calcio europeo sulla base dei principi di buona fede, dignità e rispetto per ciascuno”.

Sentenziava così Nasser Al-Khelaifi, presidente del PSG, lo scorso 20 aprile, attraverso un comunicato stampa relativo alla nascita della Superlega. Un concetto ripreso con un’altra diretta affermazione: “La Superlega non aveva a cuore difendere gli interessi del calcio. I cambiamenti possono esserci, ma non rompendo la tradizione per un club di sognare i propri traguardi. La Champions è un marchio che va preservato”.

Pensieri nobili, in un certo senso. Il calcio dovrebbe essere uno sport per tutti, peccato che tali parole arrivano direttamente da chi negli ultimi mesi ha speso così tanto da far storcere il naso a chiunque. Diciamo la verità Al-Khelaifi fa quello che vuole sul calciomercato, non esiste crisi e tantomeno fair play finanziario dalla Uefa, la stessa che ha bloccato quattro sessioni di mercato allo Spezia, per una questione relativa ai tesseramenti.

Ma torniamo a noi. Un rosa, quella parigina, che annualmente costa circa 400 milioni di euro lordi, solo gli undici titolari (tra questi non è contato Icardi) costano 270 mila euro lordi (136 al netto), parlando in tema di ingaggi. Cioè 150 milioni di euro lodri in più rispetto alla Juventus, giusto per avere un termine di paragone economico. Partendo da Neymar, che tutti ricordano come fu acquistato a suo tempo, il suo rinnovo da 36 milioni a stagione, fino al 2025, già parla da solo. Poi l’arrivo di Wijanldum e Donnarumma, 10 al primo e 7 al secondo (per il primo anno che poi aumenterà) per cinque anni. Hakimi pagato 70 milioni, più ingaggio da 8 con relativi buonus per 5 anni. Senza dimenticare Sergio Ramos che ne guadagnerà 15 a stagione per due anni, più bonus. Adesso, la ciliegina sulla torta, quella di Lionel Messi, che ha firmato un contratto biennale con opzione sul terzo di 40 milioni a stagione. Senza dimenticare i vai Mbappe, Di Maria, Marquinhos e gli altri. Conti alla mano il calcio non sembra essere uno sport per tutti, ma uno sport di chi può e chi non può. Le società calcistiche, e non solo, con la pandemia da Covid-19 sono state colpite economicamente parlando, ma non i parigini/qatarioti.

Il PSG, o meglio il signor Nasser Al-Khelaifi ha deciso così, fa quello che vuole nel mondo del calcio, mentre la Uefa se ne lava le mani, perdendo ogni giorno di credibilità. Ma per cortesia, caro imprenditore quatariota non ergerti a difensore di certi valori, perchè ne hai ben pochi.