Campilongo e l’addio al Savoia: “Mai contestato dai tifosi”. Mentre sul mercato e Marotta…

Lo scorso 12 novembre è terminata l’avventura di Salvatore Campilongo alla guida del Savoia. Un cammino iniziato lo scorso febbraio, quando il tecnico napoletano prese le redini del club olpontino trascinandolo alla salvezza in Eccellenza, dopo una stagione burrascosa. Poi l’estate, il trasferimento del titolo del Portici a Torre Annunziata e la conferma di Campilongo al timone dei biancoscudati, un connubio durato fino all’undicesima giornata.

Un addio turbolento a causa di un susseguirsi di comunicati, ma Campilongo ha provato a fare chiarezza su quanto accaduto:

“Sono andato via dal Savoia, ma non per motivi legati alla tifoseria, anzi, non sono mai stato contestato da loro. Io amo Torre Annunziata e amo i tifosi del Savoia, sono sicuro che un giorno tornerò in questa piazza, perchè sa regalare emozioni uniche. La società dice di aver saldato tutto con me, voglio precisare, sono stato saldato fino ad ottobre. Mia la volontà di lasciare gli stipendi fino a giugno prossimo. Ho chiesto poi l’esonero perchè so di aver fatto bene in questi mesi e voglio ancora giocarmi la possibilità di allenare in questa stagione”. 

Sulla questione calciomercato mister Campilongo precisa ancora: “Io ho confermato Passaro, Orta, Khelil e Wissam, questi ultimi due poi abbiamo deciso di cederli per questioni personali dei ragazzi non legate a situazioni societarie o calcistiche. Personalmente ho chiesto Bezzon, Celli, Oriano e Del Mondo, gli altri calciatori arrivati sono state scelte operate dalla società, anzi, quelli proposti da me sono stati bocciati. 

Il presidente dice che io avevo presentato una lista di calciatori e che non mi aveva posto alcun veto. Non è vero, la società ad inizio stagione mi aveva detto che i giocatori sotto (ovvero più grandi, ndr) il 1996/1997 non li avrebbero presi, insomma non volevano giocatori più grandi. Adesso, invece, sembra che la linea societaria sia cambiata e pure i più grandi vanno bene.

Per dicembre mi era stato chiesto di fare una lista di giocatori che non dovevano più far parte del Savoia e non una lista di giocatori che dovevamo prendere. Era una lista di calciatori che non rientravano più in questo progetto, cosa che io ho fatto. Io gli ho fatto poi i nomi di Peppe La Monica e Intanicelli”.

Ritornando sulla questione addio Campilongo parla del rapporto con il suo ex secondo Marotta: “Il giocattolo si è rotto dopo la partita col Cassino. Il signor Marotta presenta a me le sue dimissioni, dovute a questioni lavorative, almeno a suo dire. Avverto la società di tale decisione, ne parliamo con lui confrontandoci e si convince a restare, per poi successivamente tornare sui suoi passi e non viene più. Intanto giochiamo con la Paganese e vinciamo, io faccio un altro tentativo per convincere Marotta, ma non va in porto. Alla fine scelgo Salvatore D’Angelo come mio nuovo secondo. Agli allenamenti il presidente mi viene ad avvisare che Marotta non intende più dimettersi, di aver parlato con Calaiò, al quale aveva spiegato di una discussione avuta durante il match con l’Anzio.

Intanto avevo già un altro secondo, quindi la società mi chiede di mandar via Marotta, onestamente mi sono rifiutato perchè non era un mio compito farlo. Si arriva poi a giovedì, io non sono presente agli allenamenti, Marotta si e chiede scusa alla squadra, mentre il giorno dopo fa la medesima cosa con me. Nel frattempo si giocano altre gare, poi io vado via dal Savoia, mentre lui resta in panchina, guidando la squadra contro la Lodigiani, per poi ritrovarsi a fare altro, visto che con l’arrivo di Giacomarro è stato dato spazio, come giusto che sia, al suo staff tecnico”.

Non solo il recente passato, il tecnico pensa anche al futuro: “C’è sempre voglia di allenare e mettersi in gioco. Qualcuno ha alimentato voci di un mio addio con l’intenzione di allenare altrove, ma questo lo smentisco categoricamente. Non ci sono state altre società che mi hanno contattato mentre ero allenatore del Savoia, ora però è diverso, mi sto guardando intorno, non ho vincoli e posso decidere con serenità il miglior progetto che eventualmente mi verrà illustrato”.