Brasile 2014. Il ct azzurro Prandelli: “Non siamo i favoriti, ma possiamo battere tutti”

Noi non siamo fra le squadre migliori ma possiamo batterle. Andremo ai Mondiali sapendo che possiamo causare problemi a qualsiasi squadra nelle giuste condizioni”. Sara’ questo lo spirito della Nazionale che a giugno volera’ in Brasile per i Mondiali. Cesare Prandelli, in una lunga intervista almagazine “Fifa Weekly” che gli ha dedicato anche la copertina dal titolo “The Azzurri Code”, parla delle sue impressioni a pochi mesi dall’appuntamento iridato e mette in chiaro che “saro’ felice se superiamo la fase a gironi. Non ha senso riempire di aspettative una squadra giovane come la nostra. E’ piu’ intelligente fissare obiettivi realistici e passare la fase a gironi lo e’ abbastanza. Un torneo come la Coppa del Mondo va preso passo per passo”. Per il ct “le favorite sono le solite: il Brasile per la tecnica, la tradizione e il vantaggio di giocare in casa; la Spagna, che ha dominato la scena mondiale negli ultimi anni; la Germania perche’ ha forgiato una mentalita’ vincente fra i suoi giocatori; e l’Argentina per il talento che ha in squadra.

Colombia e Belgio, invece, possono essere le sorprese”. E l’Italia? Puo’ battere chiunque a patto di stare bene. E tornano in mente le parole dello stesso Prandelli che dopo l’amichevole di marzo con la Spagna ha definito “imbarazzante” la condizione fisica degli azzurri. “La velocita’ a cui si gioca nel resto d’Europa non e’ quella che abbiamo in Italia.
Solitamente i nostri giocatori sono in buona forma arrivati a marzo ma non e’ stato questo il caso nella nostra ultima amichevole. Forse dovevo stare zitto? Non sto incolpando nessuno, non tocca a me giudicare se questo problema sia il risultato della preparazione o di condizione. A noi – prosegue – tocchera’ comunque concentrarci sul miglioramento della condizione fisica della squadra, perche’ sara’ un fattore decisivo ai Mondiali, l’ho imparato alla Confederations. Nel corso di due partite, 8 giocatori mi hanno chiesto di essere sostituiti. Avevano tenuto bene per i primi 20 minuti, poi hanno giocato altri 15 minuti ed erano senza fiato”. Ma Prandelli dovra’ lavorare anche su altro. “Devo concentrarmi sui punti di forza dei giocatori perche’ non c’e’ il tempo di lavorare sulle loro debolezze. La parte piu’ importante del mio lavoro e’ dare la sensazione di unita’ e posso farlo solo attraverso altri canali come il nostro codice etico. Voglio che i giocatori sentano di doversi guadagnare due volte il posto, perche’ e’ un onore vestire la maglia azzurra e bisogna guadagnarselo non solo con le qualita’ tecniche e le buone prestazioni ma anche comportandosi correttamente. Un giocatore che sputa in faccia a un avversario o che si tuffa sempre non merita di essere chiamato in nazionale, a prescindere da come gioca”. L’ultima ‘vittima’ del codice etico e’ stato De Rossi “ma non penso che uno dei nostri giocatori chiave perda la testa prima dei Mondiali. Altrimenti non sarebbe un giocatore importante su cui contare e il Mondiale non sarebbe un’opzione per lui”. Il ct rivendica anche che nessun calciatore si e’ mai opposto al codice etico, “solo un paio di dirigenti e allenatori hanno avuto obiezioni” e lo stesso De Rossi non ha avuto niente da ridire sulla sua esclusione per il test con la Spagna. “I giocatori apprezzano questo tipo di regole, coloro che andranno al Mondiale sapranno di essere dei prescelti e questo aiutera’ a instillare lo spirito di squadra e una sensazione di fiducia”. Prandelli, che racconta anche gli ultimi momenti con la moglie scomparsa sette anni fa, parla anche del calcio di oggi, di cui non sopporta “l’arroganza e il fatto che molta gente si prenda troppo sul serio. Ai miei tempi non era cosi’, ci affittavamo la macchina e pagavamo i conti da soli, non avevamo uno staff che si occupava delle cose quotidiane. E poi oggi, quando si perde una partita, si resta a casa pieni di vergogna, ci si sente responsabili per ogni sconfitta”. Ma altrove non e’ cosi’, tanto che il tecnico di Orzinuovi confessa di essere stato tentato dall’andare all’estero prima di firmare il rinnovo con la Figc. “Quando Ancelotti mi ha raccontato che in due anni al Chelsea non ha mai avuto a che fare con un tifoso in disaccordo, pensando a tutte le polemiche inutili che abbiamo in Italia, avrei voluto subito fare le valigie per un posto nuovo”. AGI