Basket. Scafati, Pino Corvo trionfa nel contest delle Leggende: “Emozione enorme, Mangano importante per me, Longobardi è ‘IL’ presidente”

Di Pasquale Formisano

Il popolo giallobleu ha parlato chiaro: Pino Corvo è la leggenda del Basket Scafatese. Infatti, dopo i vari successi conquistati sul parquet, tra cui le storiche promozioni 1997/98 e 1999/2000, Corvo ha trionfato anche nel contest social che ha messo a confronto i più forti cestisti mai passati a Scafati; una competizione dura e con avversari di grande caratura, come Josh Powell, Dimitri Lauwers, Rick Apodaca e Randy Childress, che Corvo ha battuto nelle sfide uno contro uno.

Ai nostri microfoni il leggendario capitano giallobleu ha raccontato alcuni aneddoti della sua carriera, con la solita cortesia e professionalità che gli è consona:

Pino, sei la Leggenda dello Scafati Basket! Cosa si prova a essere riconosciuto in maniera così importante in una società oramai stabile in Serie A da oltre due decenni?

“Una soddisfazione veramente enorme non pensavo di essere rimasto nei cuori di tanti tifosi dopo tantissimi anni. Emozione indescrivibile”

Andiamo a ritroso: stagione 97/98: tu arrivi a Scafati e vinci subito il campionato di B2. C’era già la visione della Scafati che sarebbe diventata di lì a poco?

“Il presidente mi convinse a venire a Scafati lasciando la serie A in 2 minuti la sua passione e la sua voglia di vincere erano troppo evidenti; quindi dico si, ero sicuro di poter raggiungere traguardi importanti e così è stato”.

Anno 99/00: una squadra che inizialmente non sembra puntare ai piani alti, poi la tristezza per Massimo Mangano e i play off. Che ci racconti del compianto Mister?

“Il mio rapporto con Massimo era particolare, era stato il coach che mi aveva fatto esordire in serie A con Battipaglia ed ovviamente quella vittoria ebbe un sapore particolare per me, una sorta di ringraziamento per tutto quello che aveva dato a me ed al basket nazionale. La sua prematura scomparsa fu un momento tristissimo davvero”.

Contro Cento hai mai avuto paura di non potercela fare a vincere?

“Quello che racconto ancora oggi di quei fantastici anni era proprio questo: nel catino di via Oberdan ci sentivamo invincibili e non ho pensato mai di poter perdere con quel meraviglioso pubblico ed una città intera che ci spinse in serie A”.

Poi arriva la Serie A: il ricordo che ho è quello di una città che aveva fame di grande basket. Voi dall’interno come vivevate quei primi anni in massima Serie?

“La tanto agognata serie A fu un punto di partenza per tutti noi che la vivevamo dall’interno perché ci sentivamo amati ovunque, vivevamo come delle vere star. Furono anni bellissimi che porto sempre nel mio cuore”.

Al secondo anno arriva Childress, che tu hai battuto in finale del contest. Che giocatore era Randy? E chi è il più forte con cui hai giocato?

Childress era un fenomeno, giocatore di un’intelligenza cestistica assoluta. Averlo battuto in finale per me è una grande gioia anche se in questo contest si votava più per l’affetto e l’attaccamento alla maglia, ma è comunque per me un gran vanto aver vinto. Il giocatore più forte che in quegli anni e’ venuto a Scafati penso sia ‘Pisellino’ Daniels anche se da noi arrivò a fine carriera e con pochissimo da dare, ma mostrava sprazzi di campione vero”.

Poi arrivano anni in cui si va vicini alla Promozione che però non arriva. Quale fu la delusione più grande, forse Castel Maggiore ai play off?

“Assolutamente la serie con Castelmaggiore è quella con più rimpianti perché eravamo in assoluto la squadra migliore ma arrivammo ai play off in pessima forma, ancora non la digerisco quella sconfitta”.

L’addio fu brutto, ma hai avuto l’opportunità di riabbracciare il PalaMangano e di esordire anche in A1. È l’emozione più grande della tua carriera?

“Come tutti gli addii fu molto doloroso, ma essere ritornato dopo aver vinto il campionato di B a Trieste e riuscire ad esordire in A1, che era l’unico campionato a cui non avevo mai partecipato, mi ripagò. Anche se restai per pochi mesi lo ricordo con molto piacere”.

Parlaci un po’ di Longobardi: gran parte della tua carriera da giocatore l’hai vissuta con lui.

“Nello è ‘Il presidente‘ ! Un passionale focoso tifoso vero della sua squadra, che vive ogni partita con un trasporto mai visto. Con lui ho sempre avuto un rapporto sincero, schietto e leale, abbiamo avuto la stessa voglia di vincere e primeggiare, e questo è uno dei motivi per cui è durato tanto il nostro rapporto lavorativo e ancora adesso è sempre un piacere quando ci incontriamo. Un amico.
Negli anni è diventato un gran conoscitore di tutto il basket in assoluto e sono sicuro che continuerà a raccogliere vittorie con il suo Scafati Basket”.

Che piani hai per il futuro? Salerno è pronta per il salto tra le grandi del Basket?

“Nel mio passato, presente e futuro c’è una costante: la pallacanestro. A Salerno ho incontrato il presidente Renzullo che ha la stessa voglia di emergere che ha Nello e sono sicuro che, virus permettendo, siamo pronti ad affacciarci al basket che conta.
Voglio infine ringraziare tutti i tifosi di scafati che mi hanno emozionato con il loro affetto e che spero di poter riabbracciare presto”.

La redazione di Sport Campania ringrazia Pino Corvo per la gentilezza, la cortesia e la professionalità mostrate nell’arco di tutta l’intervista.

Di Pasquale Formisano