Alessio Martino tra Coverciano e futuro: “Niente presunzione. So ciò che voglio”

L’ultimo anno e mezzo di Alessio Martino si può racchiudere in Termoli e Coverciano. Dall’esperienza in terra molisana, con una salvezza acquisita subentrando a 180 minuti dalla fine dalla stagione e un avvio in D nella stagione 2023/2024 che ha portato alla separazione. Poi la voglia di rimettersi in gioco e le porte del Corso UEFA A di Coverciano. Questo ne abbiamo parlato con il tecnico ex Gelbiso e Gladiator.

“Beh l’ultima stagione è stata una stagione particolare ma che ho utilizzato per crescere, per cercare di elevare le mie conoscenze, ed ovviamente essere meno istintivo e passionale nelle mie scelte. Dopo aver ottenuto una prestigiosa salvezza al Termoli, subentrando a 2 giornate dal termine con l’unico risultato possibile l’accesso al play out in trasferta evitando in 2 gare la retrocessione diretta, siamo riusciti con il mio staff ad accedere al famoso play out di Vasto che abbiamo poi vinto per 2a1 ed essere entrati nella storia del Termoli di diritto”. Così esordisce Martino, parlando del suo arrivo al Termoli.

Il discorso prosegue con l’esperienza molisana:

“Diciamo che questo risultato mi ha un po’ destabilizzato, innanzitutto perché venivo da un periodo dove volevo fortemente non scendere di categoria, e quindi ho aspettato con il rischio di restare una intera annata fermo, ma dopo essermi rilanciato non ho avuto la lucidità di restare al palo ed aspettare una nuova destinazione con ambizioni alte che ritenevo potessi reggere dopo questo prestigioso risultato. In Serie D ci sono arrivato con il campo, e con Termoli la mia media punti tra Gelbison, Gladiator, e Termoli tra gare disputate e punti conquistati era di 1,71, media che credo sia vicina a tutti coloro che abbiano allenato per vincere in questa categoria”.

Mister Martino parla anche del suo esonero:

“È ovvio che non si vive di passato, ma di presente e risultati, e dopo un precampionato importante con risultati ben auguranti contro compagini come Nardò, Andria e Cerignola, ho notato che forse avevamo venduto aspettative differenti dal nostro iniziale organico, poiché dopo una sconfitta di misura in coppa contro Campobasso, e la successiva sconfitta la prima di campionato contro un ottimo Senigallia, ho iniziato a percepire già un malessere ingiustificato ed un pessimismo preoccupante. Alla terza di campionato avevamo 3 punti e c’era già il toto allenatore, cosa che poi alla settima, complice una serie negativa hanno portato inevitabilmente al mio esonero”.

Nonostante la separazione, ancora ottimi rapporti col presidente:

“Forse la cosa che ho imparato da questa esperienza è quella che dopo un risultato così importante non bisogna restare nello stesso posto poiché il credito è nullo e le aspettative più alte del reale valore della rosa a disposizione. Con il presidente mi lega un rapporto di stima, che è andato avanti anche dopo l’esonero perché tutti ci siamo accorti di aver operato bene, ma che in dei reparti fondamentali e forse in qualche giovane, in sede di mercato potevamo fare molto meglio, non a caso l’acquisto tanto celebrato in estate è poi risultato una scelta non felice per rendimento, sia con il primo che con il secondo allenatore. La persona quindi che ha subito queste defezioni è stato il sottoscritto, squadra modellata al mercato dicembrino e poi ha terminerà l’annata in crescendo e con una salvezza altamente meritata e costruita con la dovuta calma e pazienza nonostante anche periodi non felicissimi a metà campionato”.

Il corso UEFA A di Coverciano che terminerà il prossimo settembre, tra soddisfazione e tanto lavoro, ma anche richieste di alcuni club:

“In questo momento però ho avuto una fortuna immane, quindi tutto mi è scivolato addosso, a febbraio dopo aver rifiutato diverse eccellenze importanti in Campania, sono entrato al Corso UEFA A a Coverciano, traguardo che completerò definitivamente a settembre.

Questo è stato la mia più grande soddisfazione, quello di essere entrato, da solo e con il punteggio che il campo mi ha dato partendo dalla Prima Categoria ed arrivando in D dopo soli 6 anni, ad entrare in un corso con gente del calibro di Pasqual, Cerci, Oliveira, Dellafiore, Ceccarelli, Soligo, Zecchin, ecc ecc ed avere la fortuna di condividere le varie interrogazioni assieme a Gambirasio attuale campione d’Italia under 16 con l’atalanta e Franco Macaro campione d’Italia con l’under 18 del Genoa. Questo mi ha fatto sentire innanzitutto meno triste, ma invece molto fiero perché ho tracciato dentro me una linea, quella della conoscenza, del confronto, e del sapere di non sapere.

Ed è per questo che ho terminato l’anno rifiutando due compagini impelagate nella lotta retrocessione e poi entrambe retrocesse, probabilmente senza l’accesso al corso avrei accettato sicuramente. Ed è per questo che in questo momento so esattamente cosa voglio, ed il perché preferisco non accettare per il momento una categoria inferiore, perché ritengo di non essere mai retrocesso, mai disputato i play out e quando l’ho fatto era l’unico risultato ottenibile e tra l’altro l’abbiamo vinto.

Non possono essere 7 gare un po’ meno proficue a rendere meno evidenti invece risultati ottenuti ed oggettivi antecedenti a queste 7 gare. Non sono presuntuoso, sono solo conscio di ciò che voglio, di ciò che ho dimostrato in 11 anni da tecnico, e della gavetta che ho fatto finora. Non posso accettare di passare improvvisamente dietro, come appeal, a colleghi che fino ad un po’ di tempo fa mi chiedevano consigli, o altri che hanno molta meno esperienza e numeri del sottoscritto. Darsi un valore non è sempre sinonimo di presunzione, oggi come quando accettai un Termoli quasi spacciato, mi sento di puntare su me stesso ed aspettare la chiamata che credo il campo mi abbia dato”.