Di seguito il comunicato stampa pubblicato dalla società dell’Agropoli, che riportiamo integralmente.
“L’Agropoli ieri si giocava tanto, quasi tutto. Questa cosa non è stata recepita, soprattutto in chi doveva garantire una gara ad armi pari.
Chiariamo, le colpe sono anche e soprattutto dell’Agropoli stessa, qua non si cercano alibi, ma la direzione arbitrale lascia perplessi per la…chirurgica gestione delle varie situazioni, sempre e solo a discapito dei padroni di casa. Il Faiano arriva al campo scortato dalle Forze Speciali in assetto da guerra, un sommergibile, la divisione d’assalto dei Marines e Droni tattici a sorvolare la zona, tra gli sguardi increduli degli addetti.
Ma tant’è, la sicurezza prima di tutto.
Inizia la gara e il Faiano, spumeggiante e dal gioco arioso delle ultime gare, lascia il posto ad un assetto da trincea in Iraq, con filo spinato e sacchi di sabbia a difendere il fortino dagli assalti dei Talebani in maglia rossa.
L’arbitro si commuove spesso, facendo fare una mezza maratona, nell’arco della gara, al povero massaggiatore della squadra ospite che, in bello stile, bisogna ammetterlo, corricchiava in maniera rotonda ogni 3 minuti a soccorrere i feriti sul campo di battaglia. 2/3 minuti la media della…sosta sull’erba di ogni giocatore, anche se solo gli si dava la mano o lo si chiamava per nome. Svenimenti senza sosta con l’arbitro che si guardava bene dal minimo richiamo. Il recupero del primo tempo è quantificabile in 17 minuti. Il prode direttore di gara ne assegna due, e tutti contenti…
L’Agropoli commette l’errore capitale di non azzannare la preda come si converrebbe in una partita da dentro o fuori e si adagia sul ritmo degli avversari, coltivando l’insana idea di vincerla, prima o poi. I minuti passano e, ovviamente, così non è. Solo qualche occasione sporadica, ma nulla che faccia presagire l’assalto come se non ci fosse un domani. Il nervosismo sale e trova il culmine allorquando Margiotta si incunea in area e sembra poter battere a rete ma cade, spinto alle spalle.
Ci sono 3/4 di rigore e forse qualcosa in più, ma l’ineffabile direttore d’orchestra Francesco Russo da Benevento, sorvola e si pone come spettatore al piccolo parapiglia che ne consegue. Ginolfi, il portiere, attacca Margiotta, accorre Masocco che si prende con lo stesso Ginolfi, nulla di violento, solo uno strattonamento prolungato. Il copione, visto più volte, sa di giallo per entrambi, ma qua non si bada a spese e allora giallo per l’estremo difensore e rosso per Masocco.
Tutto assurdo e ne fa le spese anche il povero D’Avella dalla panchina, che aveva la colpa primordiale di riscaldarsi a bordocampo e fare ampi cenni per riportare la calma. Espulsione ingiusta è dire poco. La gara ormai è andata, l’Agropoli è paralizzata nella testa e nelle gambe e non riesce a produrre l’assalto finale, complice anche l’espulsione di Trabelsi. Ah, il recupero.
Quantificato in 22 minuti ne ottiene 6 con molto sforzo.
La delusione è tanta, davanti agli spogliatoi vola qualche parola, come normale in questi casi, e nulla più. Il Faiano si è giocato la gara, come è giusto che sia, e va via incolume così come era arrivato. Perché al di là di una sfogo, che ci può stare in circostanze del genere, dopo un ricorso e una partita giocata alla morte contro la stessa squadra, quasi un accanimenti, ad Agropoli ci sono persone per bene.
Nessuno passi per vittima, perché la beffa oltre al danno sarebbe improprio. Ma, ad occhio, si è già cominciato…”