Un campionato complicato quello dell’Afragolese, concluso con una salvezza tanto sudata e tanto meritata. Scossoni vari mossi dal presidente Niutta per trovare anche la giusta quadra societaria e nel frattempo non facendo mancare mai nulla alla squadra, senza fare retromarce dal punto di vista finanziaro, dando linfa ai suoi giocatori nel finale di stagione hanno conquistato, lontano dal Moccia, il traguardo del mantenimento della categoria. Della salvezza e del futuro dell’Afragolese ne abbiamo parlato con il direttore generale Alberico Turi.
Stagione conclusa nel migliore dei modi, centrando la salvezza. Ma ci sono state delle difficioltà.
“Non era facile raggiungere la salvezza specialmente senza una casa propria. Se guardiamo le ultime partite troviamo due pareggi casalinghi e due vittorie in trasferta. Vero che il molti la davano tra le possibili outsider del campionato, ma poi la squadra si è trovata a lottare per evitare la retrocessione. Sappiamo benissimo che quando una squadra è costruita per certi vertici di classifica, ma poi si ritrova sotto è difficile risalire.
La società ha reagito, correndo ai ripari. Niutta durante la stagione fece un azzeramento delle cariche, lasciando solo il vicepresidente Rosolino, il ds Livio Scuotto. Ma in questo azzeramento, mentre alcuni dirigenti si sono defilati, va dato merito alla famiglia Bossa che hanno sempre tenuto a cuore le sorti dell’Afragolese. Bisogna dare onore e merito a questi ragazzi e al ds Scuotto, ma questa salvezza parte da Cioffi ad inizio stagione e finisce con Buono. Quindi tutti hanno dei meriti, ma forse anche tutti hanno potuto peccare in qualcosa”.
Si ci interroga sul futuro dell’Afrafolese. Conferma le richieste di altre piazze per il titolo?
“Il futuro dell’Afragolese dipende da siutazioni che il presidente più volte ha sottolineato, come l’intervento da parte di imprenditori afragolese. Gli farebbe piacere restare ad Afragola, si sente legato alla piazza, nonostante qualche disguido con alcuni tifosi, ma nel calcio mai dire mai, nel tempo le ferite si guariscono. Il discorso fondamentale è un altro, ci stanno pressioni di altre piazze su Niutta, tra chi vorrebe prendere il titolo e chi potare Niutta in altre piazze. Questo però potrà dircelo solo il tempo. E’ importante precisare che non c’è pregiudizio vero Afragola, anche perchè alcuni imprenditori afragolesi sono vicini alla società targata Niutta”.
Come sono i rapporti con l’amministrazione comunale per la questione Moccia?
“Rapporti con l’amministrazione comunale? Diciamo con le istituzioni di Afragola. Il discorso è chiaro, c’è un campo in fase di ultimazione e che negli ultimi tempi sembrano siano arrivate varianti al progetto. La cosa che lascia perplessi è che il presidente ha fatto passi verso l’amministrazione comunale chiedendo un incontro al sindaco, ma dal punto di vista istituzionale non c’è alcun tipo di riscontro.
Questo secondo me è un lato negativo sulla sua permanenza. Non si può pensare di iniziare il quinto anno senza avere una casa propria. Se andiamo a guardare lo score della stagione conclusa ci accorgiamo che l’Afragolese ha conquistato 15 punti in casa nel suo peregrinare, mentre fuori dalle mura amiche ne fa 24, quindi dei 39 punti la salvezza è arrivata in trasferta. Quindi è molto importante capire l’atteggiamento dell’amministrazione comunale di Afragola, che tutt’ora tace, senza dare segni di vita”.
Arriveranno imprenditori afragolesi per aiutare il progetto di Niutta?
“Esiste un progetto Niutta? Io credo che sia più giusto parlare di un progetto afragolese. Questa è una SRL, in quanto tale non si cercano sponsor, ma bensì soci. Di certo è un progetto importante e quanto tale richiede gli investimenti giusti. Nonostante le sirene da altre piazze, Niutta resta alla finestra di Afragola, perché è la sua reale priorità. Sia chiaro quando parlo di progetto afragolese intendo che può proseguire con o senza Raffaele Niutta. Ovvio che, se nessuno si farà avanti, lui dovrà fare le dovute valutazioni”.